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Bonus edilizi e 110: cosa accadrà dopo le elezioni 2022?

In vista delle elezioni 2022 del 25 settembre i partiti hanno presentato i propri programmi. Scopriamo che fine faranno gli incentivi fiscali per i bonus edilizi ed il tanto sofferto Superbonus

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Gli investimenti dei lavori per il Superbonus hanno raggiunto i 40 mld di euro

(Rinnovabili.it) – C’è chi li vuole stabilizzare, chi riordinare e chi si astiene. Il tema dei bonus edilizi per le prossime elezioni 2022 getta ulteriore benzina sul fuoco.

Il Governo Draghi è stato messo alle porte, nonostante ciò la situazione dei cantieri, bloccati dal meccanismo delle cessioni dei crediti, resta critica. Il Decreto Aiuti Bis ha tentato di sbloccare la situazione, permettendo alle banche di cedere, in qualsiasi momento, alle partite iva ed ai clienti professionali, i crediti a loro volta acquistati. Ma sugli istituti finanziari aleggia la paura di essere coinvolti in illeciti derivati proprio dalla cessione dei crediti per i bonus edilizi. Paura che ha avuto origine dopo la fatidica circolare 23/E del Fisco.

Ma cosa succederà dunque con le prossime elezioni politiche? Che fine faranno i Bonus edilizi ed in particolare il tanto discusso Superbonus 110%?

Cosa dicono i programmi dei partiti in merito ai bonus

Come era intuibile, per i genitori della misura del 110%, ovvero il Movimento 5 Stelle, il Bonus andrebbe stabilizzato. E con lui anche il meccanismo di cessione dei crediti strumento che “è in grado di grado di mettere a disposizione di famiglie e imprese ingente liquidità”. Secondo i pentastellati la stabilizzazione del 110% permetterebbe di pianificare gli interventi sugli immobili, aumentando il numero di ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il M5S si sbilancia poi nel proporre anche un Superbonus Energia Imprese, sempre basato sulla circolazione dei crediti, permettendo alle imprese di investire a costo zero.

Per il Centrodestra è necessario riordinare gli incentivi fiscali per l’efficientamento degli immobili. Il programma parla di “salvaguardia della situazione in essere” sia per i bonus edilizi riguardanti la riqualificazione, la messa in sicurezza, l’efficientamento energetico sia degli edifici privati che di quelli pubblici. Entrando nel dettaglio dei partici, Forza Italia parla di semplificare la normativa sia per il 110 che per il Sismabonus rendendola strutturale. Mentre la Lega si sofferma più volta a parlare di bonus edilizi e superbonus nel programma per le prossime elezioni 2022. Anche qui si legge la parola stabilizzazione in merito agli ecobonus per la riqualificazione degli edifici privati. In merito al Superbonus il carroccio sostiene che “occorre ridurre l’elevato incentivo fiscale (introducendo il contrasto di interessi) per responsabilizzare i proprietari”. Via il Sal di settembre alle unifamiliari, e proroga dopo il 2023 per prime case ed edifici in bassa classe energetica, ma con decalage dell’incentivo.

Come sottolinea il Sole24Ore, nel programma elettorale del Centrosinistra non compare un riferimento preciso al Superbonus. Si legge più in generale nel programma del PD, un riferimento agli interventi finalizzati alla rigenerazione energetica e sismica degli edifici, attraverso una revisione e stabilizzazione degli incentivi fiscali e l’estensione del Piano Transizione 4.0 agli investimenti green delle imprese.

Purtroppo a prescindere da chi salirà al Governo, l’escalation normativa del Superbonus ha creato una situazione di estrema confusione che sarà difficile contenere. Sicuramente servirà una definizione più chiara dei limiti entro i quali si possano accettare le cessioni senza ritrovarsi a concorrere in una truffa. Ed assicurare controlli a monti evitando ad esempio incoerenze ecclatanti tra il valore dell’immobile e l’importo delle opere eseguite.