"Un Paese impreparato a cogliere le opportunità offerti dall'Europa", una strategia condivisa per riqualificare il patrimonio edilizio, puntando all'efficienza energetica ed alla sicurezza antisismica.
(Rinnovabili.it) – Nonostante le opportunità offerte dall’Europa attraverso le Direttive sull’efficienza energetica e la nuova programmazione dei fondi 2014/2020, il nostro Paese sembra essere “del tutto impreparato a cogliere le opportunità che si aprono dentro lo scenario di innovazione proposto a livello europeo”.
Sono queste le parole di denuncia che arrivano da Legambiente e dal Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC) attraverso il documento congiunto “Efficienza energetica in edilizia: dalle promesse ai cantieri”, annunciato qualche giorno fa dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini.
Mentre nel resto d’Europa il recepimento della Direttiva sull’Efficienza energetica è al centro del dibattito nazionale, in Italia non è nemmeno stato avviato il confronto sul Piano che il Governo dovrà presentare a Bruxelles entro Aprile 2014.
“E’ lo specchio di un Paese che ha preferito rinviare il problema piuttosto che innovare”, senza cogliere le opportunità offerte dalla nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 e dalle Direttive 2012/27 e 2010/31/UE, che hanno fatto dell’efficienza energetica la soluzione vincente per la riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio, problema non irrilevante per l’Italia.
Secondo Legambiente e CNAPPC l’unica soluzione per uscire dalla crisi economica degli ultimi anni, è quella di cambiare approccio facendo della riqualificazione statica ed energetica del patrimonio, il centro degli interventi dei prossimi anni e sfruttando il Piano per l’efficienza energetica che l’Italia dovrà presentare a Bruxelles, come uno strumento che permetta di guidare le modifiche normative e le riattivare finalmente i cantieri per la ristrutturazione energetica degli edifici pubblici e privati esistenti, per la gestione efficiente degli impianti energetici e per la manutenzione del territorio.
Grazie ai finanziamenti previste per l’Italia dal nuovo quadro finanziario comunitario, secondo Ambientalisti ed Architetti, le risorse che si potranno mobilitare per l’efficienza energetica sono pari ad almeno 7 miliardi di euro, un volano non indifferente per la riqualificazione.
Come sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’Europa, mettendo il nostro Paese in condizione tale da essere il più recettivo possibile? La soluzione proposta dalle due Organizzazioni si sviluppa secondo 6 linee strategie:
1 – Una strategia per la riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio pubblico: ristrutturando ogni anno, a partire dal gennaio 2014, almeno il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o raffreddati pubblici; introducendo un criterio prestazionale per selezionare gli interventi che sia condiviso ed univoco; escludendo dal patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ed introducendo un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati.
2 – Certezze per la certificazione energetica e la sicurezza sismica e statica degli edifici: come più volte sottolineato dal CNAPPC, serve una regia nazionale che uniformizzi i sistemi di certificazione sull’efficienza energetica degli edifici e precisi i requisiti di comfort e sicurezza legati invece alla ristrutturazione del patrimonio esistente. Inoltre il documento ricorda la fondamentale importanza di istituire un libretto antisismico obbligatorio, per garantire finalmente la sicurezza necessaria.
3 – Rendere strutturali gli incentivi per l’efficienza energetica in edilizia: visto che negli ultimi anni le detrazioni fiscali hanno sempre rappresentato “uno straordinario volano per il settore delle costruzioni”, permettendo la riqualificazione di circa 5,5 milioni di abitazioni. Oltre a rendere permanenti gli ecobous, secondo il documento sarebbe necessario estenderli anche al consolidamento antisismico.
4 – Un nuovo incentivo per la riqualificazione degli edifici condominiali: una delle principali cause di spreco energetico ed inquinamento. La proposta sarebbe quella di utilizzare il sistema dei titoli di efficienza energetica (TEE) per promuovere la riqualificazione degli edifici condominiali attraverso interventi da parte di ESCO in accordo con imprese di costruzione, rendendo evidenti i risultati quantitativi in termini di riduzione della domanda di energia, sulla scia del “Green Deal” avviato dal Regno Unito.
5 – Nuovi strumenti di riqualificazione del patrimonio edilizio: partendo dalla realizzazione di interventi di retrofit che permettano di ridefinire le strutture perimetrali per raggiungere determinate prestazioni energetiche, interventi sugli impianti e sulle schermature solari, l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, fino ad arrivare a rendere possibili modifiche che migliorano la vivibilità degli spazi privati e condominiali, come ad esempio l’adozione di tetti verdi, ma che oggi sono limitati da una legislazione urbanistica ormai vetusta.
6 – Da periferie a eco-quartieri: efficienza energetica e interventi di rigenerazione urbana – trasformando le periferie degradate ed i centri storici abbandonati in esempi di smart city, attraverso un consumo del suolo pari a zero e, soprattutto, mediante procedure chiare, lineari e semplici abbandonando per sempre le programmazioni speciali del passato ( quella degli anni ’90 fatta di Pru e Prusst) ed il fallimento attuale ‘Piano Città’.