Un team di ingegneri ha studiato il potenziale di “raffreddamento urbano” legato all'utilizzo di pavimentazioni in calcestruzzo permeabile ad alta conducibilità sia in condizioni asciutte che bagnate
(Rinnovabili.it) – L’estate nelle grandi città è decisamente più calda rispetto le aree extraurbane. Il motivo è ormai ben noto: il surriscaldamento è legato a quello che viene chiamato effetto isola di calore, un fenomeno microclimatico legato alla massiccia presenza di superfici asfaltate in cemento che assorbono calore e non permettono adeguata traspirazione ed evaporazione del terreno Nelle città con 1 milione o più persone, le temperature medie dell’aria possono essere tra 1 e 3°C più alte rispetto alle aree meno densamente popolate. E la differenza può arrivare fino a 12°C durante la notte. Questo surriscaldamento durante i mesi estivi comporta per gli abitanti consumi energetici maggiorati, bollette più alte, oltre che dati negativi su inquinamento e salute.
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Una delle possibili soluzioni al problema arriva da alcuni ingegneri della Rutgers University, negli Stati Uniti. La squadra ha indagato le potenzialità di un calcestruzzo permeabile altamente efficace nella gestione del calore in alcune pavimentazioni. La struttura contiene pori collegati far loro che permettono all’acqua di defluire. Lo studio (testo in inglese) ha scoperto che la pavimentazione in calcestruzzo permeabile emana un po’ più di calore nei giorni di sole rispetto alla pavimentazione convenzionale, ma, in caso di pioggia, dal 25 al 30 per cento in meno di calore nei giorni successivi. Il materiale è stato migliorato aggiungendo fibre di acciaio per aumentarne la conduttività termica, riducendo ulteriormente la produzione di calore dal 2,5% al 5,2%.
“La pavimentazione in calcestruzzo permeabile ad alta efficienza può essere una soluzione preziosa ed economica nelle città per mitigare l’effetto delle isole di calore urbano, favorendo al contempo la gestione delle acque piovane e migliorando la qualità delle acque”, ha spiegato Hao Wang, professore associato presso il Dipartimento di Civile e Ingegneria ambientale della Rutgers University e uno degli autori della ricerca. Il team sostiene che l’incorporazione di sottoprodotti e rifiuti industriali nel nuovo cemento possa aumentare ulteriormente i suoi benefici economici e ambientali.
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