Nel 2020 le famiglie europee hanno consumato circa 2.886 Twh di energia a causa della scarsa qualità degli immobili, circa il 7,6% in più rispetto alle aspettative fissate per garantire la decarbonizzazione degli edifici entro il 2050
I dati raccolti tra il 2015 e il 2020 dall’Istituto BPIE nel secondo report “EU Buildings Climate Tracker”
(Rinnovabili.it) – Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 non sarà facile, soprattutto per quel che riguarda il comparto immobiliare europeo. Il percorso di decarbonizzazione degli edifici UE purtroppo rimane fuori strada e troppo bassi rispetto agli standard annui che avremmo dovuto raggiungere in questi ultimi anni. A confermarlo è il secondo report “EU Buildings Climate Tracker” elaborato dal BPIE, Building Performance Institute Europe, sulla base dei dati raccolti tra il 2015 ed il 2020.
Troppo poco e troppo lenti
Il Traker utilizzato nel report corrispinde ad un indice elaborato a partire da 5 indicatori di riferimento:
- il monitoraggio delle emissioni di Co2,
- il consumo finale di energia,
- la quota di energia rinnovabile prodotta,
- gli investimenti nelle ristrutturazioni
- le spese energetiche domestiche.
Considerando i progressi tra il 2015 ed il 2020, i risultati in tutti gli indicatori mostrano un divario tra lo stato attuale ed il valore necessario per rimanere allineati all’obiettivo di decarbonizzazione degli edifici UE entro il 2050. L’indice elaborato dal BPIE si ferma a 7,8 punti al 2020, quando il valore di riferimento sarebbe dovuto essere 18,1. Le azioni intraprese dopo il 2015 non sono state abbastanza efficaci da assicurare un miglioramento progressivo di almeno 3,6 punti ogni anno, ma la media è salita di soli 1,1 punti. Secondo l’istituto di ricerca, se non vogliamo mancare l’obiettivo, da oggi e per i prossimi sette anni (2030) dovremo alzare l’asticella, aumentando questo indice di almeno 4,7 punti ogni anno.
Quattro indicatori su cinque sono fuori rotta
Le lacune messe sotto la luce dal report devono servire da monito per l’intensificaizone delle attività finalizzate al miglioramento della qualità del comparto immobiliare europeo.
Entrando nel merito dei singoli indicatori la situazione è più chiara.
Emissioni di CO2 – Fuori strada – Nel 2020 le emissioni di CO2 derivate dal consumo energetico degli edifici hanno raggiunto le 422 Mt di CO2, oltre il 18% in più rispetto all’obiettivo che ci si era preposti.
Consumo finale di energia – Fuori strada – Anche il consumo finale di energia non ha registrato significativi progressi, riducendo il proprio fabbisogno (residenziale e terziario) del solo 1% annuo. Ed è proprio il comparto residenziale quello con le carenze maggiori: secondo l’indice BPIE nel 2020 il target di consumo non solo non è stato ridotto, ma addirittura è cresciuto del 7,6% rispetto all’obiettivo con circa 2.886 TWh di energia consumati dalle famiglie europee. Va comunque considerata una situazione storica anomala dovuta alle restrizioni pandemiche del COVID-19 che hanno costretto molte famiglie a trascorrere molto più tempo in casa. Ma è solo grazie ad un inverno tra i più miti mai registrati proprio nell’anno 2020, che questa percentuale si è “limitata” a crescere solo del 7,6% mentre avrebbe potuto essere molto più elevata.
Quota di energia rinnovabile – Fuori strada – Sempre nei 5 anni di monitoraggio, anche la quota di energia rinnovabile per riscaldamento e raffrescamento prodotta si è limitata a coprire solo il 23%, quasi un terzo in meno delle aspettative.
Investimenti nelle riqualificazioni – Fuori strada – E’ dunque chiaro che sia le politiche di efficientamento che quelle di riduzione del fabbisogno energetico dovranno essere intensificate se vogliamo raggiungere entro il 2050 la decarbonizzazione degli edifici UE. Tutti i punti precedenti convergono nel problema delle riqualificazioni massicce del comparto che, anziché crescere, ha registrato una contrazione del 41,2% nel livello di investimenti messi in campo.
Spesa energetica nel residenziale – Ancora in linea – La spesa energetica per famiglia nel 2020 era pressochè in loinea con le aspettative (circa €1,406 per famiglia), purtroppo l’aumento dei prezzi dell’energia degli ultimi anni potrebbe avere delle ripercussioni negative per il futuro.
Le aspettative di BPIE verso la Direttiva Case Green
I dati forniti in questo secondo report EU Buildings Climate Tracker (EU BCT) ci mettono di fronte ad un fatto compiuto: le azioni volte alla decarbonizzazione degli edifici dell’UE vanno intensificate. Secondo i ricercatori dell’Istituto BPIE la prima opportunità da cogliere sarà proprio la revisione della Direttiva Case Green, sulle Prestazioni energetiche degli edifici (EPBD). Le aspettative nei confronti della norma che, secondo i ricercatori, potrebbe traghettarci verso un comparto edilizio di soli ZEB (Zero Emission Building) entro il 2050 sono:
- L’abbandono completo dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili nei nuovi edifici;
- Una chiara definizione ci cosa significa costruire uno Zero Emission Building e quali soglie minime vanno rispettate;
- Definizione di principi chiari sul come misurare e limitare le emissioni di CO2 negli edifici (tempistiche, incentivi e raccolta dati);
- Maggiore e più chiaro uso degli EPC (Energy Performance Contract) per allineare qualità, prestazioni, ma anche valore di vendita e valore di ristrutturazione;
- Migliorare le strategie di accesso ai finanziamenti premiando i risultati migliori in termini di prestazioni;
- Tabella di marcia più chiara integrata nei piani nazionali di ristrutturazione del comparto edilizio, migliorando però anche l’informazione ed il supporto tecnico verso coloro che decidono di ristrutturare, coinvolgendo in primo luogo gli stessi cittadini.
Scarica il report completo qui.