Secondo l'EU Buildings Climate Tracker, l'Unione Europea è lontanissima dalla decarbonizzazione degli edifici fissata al 2050. Su una scala da 0 a 100, siamo fermi allo 0,48.
Lo strumento utilizza 6 indicatori per calcolare la decarbonizzazione degli edifici su vari fronti
(Rinnovabili.it) – La conferma arriva dall’EU Buildings Climate Tracker, un nuovo strumento per monitorare i risultati nel percorso di decarbonizzazione degli edifici entro il 2050: l’Unione Europea è ancora estremamente lontana dagli obiettivi di efficientamento del patrimonio edilizio fissati nell’Accordo di Parigi del 2015.
Per capire l’entità del problema basti pensare che, in una scala in cui cui 0 è la situazione di riferimento al 2015 e 100 è la neutralità climatica nel 2050, l’indice calcolato da questo strumento identificava i risultati raggiunti nel 2019 con un misero 0,48. Quando il processo di decarbonizzazione degli edifici avviato avrebbe dovuto attestarsi su 14. Risultati tutt’altro che incoraggianti.
L’EU Buildings Climate Tracker è sviluppato dalla BPIE (Building Performance Institute Europe), una think tank indipendente dedicata ad approfondire il tema delle prestazioni energetiche degli edifici nell’obiettivo di decarbonizzazione totale entro il 2050.
Il nuovo Traker va interpretato come una risposta alle sfide relative alla raccolta e all’utilizzo dei dati per monitorare i progressi in questo campo. Affrontando il problema secondo 6 indicatori di indagine differenti, lo strumento, fornisce un rapporto di confronto con la Direttiva sul rendimento energetico degli edifici EPBD.
Male quasi tutti e sei indicatori di riferimento
Purtroppo i risultati di questa prima edizione del Tracker mostrano che il settore degli edifici non è nemmeno vicino ad essere in linea con gli obiettivi carbon neutral del 2050.
“Non è una sorpresa che l’UE sia fuori pista per decarbonizzare gli edifici“, afferma Oliver Rapf, direttore esecutivo di BPIE. “Tuttavia, l’EU Buildings Climate Tracker fornisce prove evidenti dell’entità del divario nella decarbonizzazione e sottolinea l’urgente necessità di ulteriori azioni. Ciò dovrebbe riflettersi in un risultato trasformazionale delle discussioni legislative sull’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive)”.
I sei indicatori presi in esame dal EU Buildings Climate Tracker sono:
- Le emissioni di CO2 derivate dall’uso dell’energia negli edifici da parte delle famiglie e dei servizi (MtCO2).
- Il consumo finale di energia del residenziale e dei servizi (Twh).
- I miglioramenti nelle valutazioni EPC, Energy Performance Certificates, del comparto edile (dalla classe A alla G).
- La quota di energia rinnovabile usata per coprire i consumi di riscaldamento e raffrescamento, e calcolata sul consumo lordo di energia elettrica.
- Gli investimenti cumulativi nelle ristrutturazioni edilizie.
- La spesa interna annua per famiglia.
Aggregando questi 6 indicatori, il Tracker prende come riferimento l’obiettivo di decarbonizzazione totale entro il 2050 (fissandolo a 100 punti). Dopo un primo passo falso tra il 2015 ed il 2017, l’efficientamento del comparto immobiliare UE si sta muovendo nella giusta direzione. Ma lo sta facendo troppo lentamente.
Dato che quasi tutti e sei gli indicatori appaiono in rosso rispetto al target che avremmo già dovuto raggiungere, gli esperti della BPIE affermano che dal 2019 al 2030, il tasso di miglioramento annuo dovrebbe attestarsi a ben 5 punti. E’ chiaro che la strategia non funziona ed è proprio la revisione della Direttiva efficienza energetica, Strasburgo alza il target dal 13 al 14,5%, a diventare il nodo cruciale per ripensare al meccanismo, individuando nuove modalità operative. “L’efficienza degli edifici deve essere rapidamente potenziata per raggiungere i nostri obiettivi climatici e alleviare l’impatto della crisi energetica. La revisione dell’EPBD è un’opportunità cruciale che non possiamo permetterci di perdere. Questo è l’unico modo per mantenere vive le promesse dell’Accordo di Parigi” conclude Rapf.
Scarica il report completo EU Buildings Climate Tracker.