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Ddl delega Costruzioni: al via la riforma delle norme edilizie

Per Ance occorre una riforma organica totale, che metta ordine in disciplina delle costruzioni, norme urbanistiche, rigenerazione urbana, recupero dell'esistente, sicurezza strutturale e sostenibilità ambientale.

Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay
Foto di Michael Gaida da Pixabay

Nel ddl delega anche importanti proposte per il nuovo Testo Unico delle costruzioni

(Rinnovabili.it) – Si è svolta il 20 luglio l’audizione informale dell’ANCE presso la Commissione Lavori pubblici del Senato sul disegno di legge delega per il Riordino delle disposizioni legislative in materia di costruzioni (DDL 1679/S).

Il Vice Presidente ANCE Edilizia e Territorio, Ing. Filippo delle Piane, ha sottolineato “l’esigenza di una riforma organica per raggiungere l’obiettivo di una rigenerazione urbana moderna e sostenibile“. Secondo l’ANCE una riforma parziale legata unicamente agli aspetti edilizi, sarebbe poco efficace in un momento storico in cui la riqualificazione urbana e l’efficienza energetica delle costruzioni sono fondamentali.

L’Ing. Delle Piane ha fatto notare come la Normativa urbanistica del 1942 e il DM 1444 del 1968 sugli standard edilizi, si riferiscano a periodi storici di espansione demografica e edilizia completamente differente dall’attuale, che invece necessita una revisione del patrimonio edilizio ormai vetusto.

Riqualificazione del patrimonio edilizio esistente

Su questo fronte è necessario superare il “forte irrigidimento” previsto dal Dl Semplificazioni 76/2020 per le zone A e per i centri storici allargati. Partendo dall’obiettivo di semplificare ed incentivare gli interventi di rigenerazione urbana, si è invece arrivati ad impedire la maggior parte dei processi di rigenerazione e riuso del patrimonio edilizio esistente, indipendentemente dall’effettivo interesse storico, architettonico e paesaggistico delle costruzioni. “Ciò aumenta solo il degrado sociale e architettonico e l’abbandono di parti crescenti del tessuto urbano”.

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Regole flessibili ed innovative a disciplina delle costruzioni

Per ANCE è necessario “superare l’”immobilismo” delle trasformazioni edilizie e urbanistiche prevedendo “regole più flessibili e innovative nella disciplina delle costruzioni”. “Razionalizzare il quadro normativo e assicurare il raccordo con norme e procedure: prendere in considerazione tutti gli aspetti che riguardano la realizzazione di un intervento edilizio con una visione globale che tenga conto delle diverse normative di settore (edilizia, ambiente, paesaggio ecc.)”.

Salvaguardare gli esempi virtuosi

E’ fondamentale definire un sistema di norme chiare, ma senza cancellare gli esempi virtuosi già messi in pratica a livello Regionale. Esempio tipo sono le Leggi regionali 15/2013 e Lr 23/2004 dell’Emilia Romagna contenenti molte semplificazioni procedurali come la possibilità di ricorrere sempre alla conferenza dei servizi semplificata e all’ampliamento dei casi di varianti in corso d’opera .

I Tre pilastri per la nuova disciplina delle costruzioni

Il Ddl delega non dovrebbe limitarsi ad una semplice revisione della normativa edilizia, ma introdurre una nuova disciplina delle costruzioni fondata su tre pilastri: disciplina edilizia; sicurezza delle costruzioni; sostenibilità ambientale.

DISCIPLINA EDILIZIA – Aggiornamento delle categorie edilizie e distinzione tra interventi sul patrimonio edilizio esistente e interventi di trasformazione del suolo inedificato. Migliorare la normativa vigente per gli interventi di demolizione e ricostruzione/ristrutturazione edilizia superando “incoerenti approcci conservativi” evitando così anche la perdita di benefit e bonus fiscali. Razionalizzare i processi amministrativi e dematerializzare definitivamente le pratiche edilizie semplificando la documentazione da allegare. Fissare nuovi criteri per la determinazione dell’onerosità degli interventi per incentivare e rendere sostenibili le operazioni da eseguire sul patrimonio edilizio esistente ed in particolare la demolizione e ricostruzione.

SICUREZZA STRUTTURALE – E’ importante semplificare ed ammodernare le procedure senza introdurre nuovi inutili passaggi burocratici. Puntare sulla sostenibilità generale (anche economica) e revisionare il processo di autorizzazione sismica, integrando le responsabilità del progettista con i controlli del direttore dei lavori del collaudo statico.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE – Scongiurare il rischio che la nuova normativa irrigidisca ulteriormente il procedimento edilizio. Porre l’accento sul riciclo dei materiali derivati dalla demolizione direttamente in cantiere, incentivando il reimpiego dei materiali recuperati, salvaguardando le materie prime vergini e di conseguenza, riducendo l’impronta di carbonio dei processi di cantiere. Introdurre un sistema di premialità ed incentivi per i comportamenti più virtuosi. Prevedere ad esempio lo scomputo dagli oneri di urbanizzazione dei costi sostenuti per bonificare e riqualificare aree degradate.

Un nuovo Testo Unico sull’edilizia

Nel disegno di legge delega sarà indispensabile introdurre una revisione del Testo Unico sull’edilizia, abrogando il Dpr 380/2001, la legge 1086/71 e la L. 64/74, a favore di una disciplina unica da applicare all’intero settore delle costruzioni. “Al riguardo, è necessario aprire un nuovo confronto per delineare una proposta migliorativa in quanto sussistono svariati punti di criticità non superabili con delle minime modifiche”, afferma ANCE.

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Riassumendo le priorità individuate da ANCE:

  • Cambi di destinazione d’uso – affermare il principio dell’indifferenza funzionale;
  • Riformare la disciplina contenuta nel DM 1444/68;
  • Superare gli approcci conservativi di tipo generale ed incentivare le operazioni sul patrimonio edilizio esistente ed in particolare la demolizione e ricostruzione;
  • Completo processo di dematerializzazione, semplificazione e informatizzazione delle pratiche edilizie;
  • Rafforzamento e implementazione della conferenza di servizi in modalità semplificata;
  • Regime dei titoli orientato più al controllo successivo delle opere piuttosto che all’istruttoria dei progetti;
  • Semplificare le verifiche dello stato legittimo degli immobili e facilitare la regolarizzazione delle difformità “minori” e “storicizzate”.
  • Assicurare una giusta proporzionalità e gradualità degli adempimenti, previsti in materia ambientale, in funzione della tipologia dell’intervento e del suo potenziale impatto per l’ambiente.
  • Privilegiare, almeno in una prima fase transitoria, politiche incentivanti, limitando gli obblighi generalizzati solo alle opere di maggiore impatto e rilevanza.
  • Favorire il recupero diretto dei rifiuti in cantiere, nella logica dell’economia circolare e la valorizzazione dei materiali cd. di pregio.