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Un quartiere all’interno del grattacielo: così New York combatte la crisi abitativa

Carenza di alloggi e crisi abitativa degli uffici addio. Il grattacielo si “ricicla” e si trasforma in spazio collettivo sempre aperto, dotato di tutti i servizi, ad alta efficienza

Crisi abitativa
1633 Broadway Adaptive Reuse – credits: chybik + kristof

Tra i progetti più interessanti, la proposta di restyling del 1633 Broadway del team Chybik + Kristof

(Rinnovabili.it) – Anche se oggi la pandemia sembra ormai lontana, il covid ha cambiato radicalmente alcuni comportamento quotidiani con ripercussioni su grande scala. E’ il caso della crisi abitativa che ha colpito da un lato gli uffici, segnati dalla diffusione dello smart worlking e del lavoro a distanza che ha portato numerosi immobili primi “affollati” a svuotarsi al punto da essere venduti. E dall’altro la crisi abitativa di alloggi residenziali, sempre meno disponibili nelle città sovraffollate. E New York è probabilmente uno degli esempi più emblematici di questo momento storico. Le ultime stime parlano di una riduzione nell’occupazione degli spazi uffici del 60%, con conseguenze pesanti sul deprezzamento degli edifici vicini a crolli nel valore del 39%.

Per affrontare la situazione di petto, i grandi gestori immobiliari del Real estate hanno completamente cambiato il modo di approcciarsi ai luoghi di lavoro, trasformandoli in spazi multiuso, aperti 24h su 24, flessibili e condivisibili da più aziende contemporaneamente.

Il riuso adattivo del famoso grattacielo 1633 Broadway, il Paramount Plaza, ad opera dello studio ceco CHYBIK + KRISTOF è sicuramente un esempio unico nel suo genere. La torre di 48 piani non solo si trasforma diventando più flessibile al cambiamento, ma diventa un vero e proprio quartiere verticale arricchito di tutti i servizi tipici di un vicinato.

Riuso adattivo

Il progetto per il 1633 Broadway Adaptive Reuse parte con il recupero della struttura originaria costruita nel 1970 e la trasforma in un grattacielo ad uso misto. Per preservare la facciata originale in vetro scuro, gli architetti “svuota” parte dell’ambiente interno, aggiungendo una ulteriore superficie vetrata che migliora anche il comfort termico.

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Tutte le planimetrie sono flessibili e versatili a più utilizzi anche grazie alla struttura portante a nucleo che svincola gli spazi interni. Ogni ambiente può essere smontato e spostato grazie ad un sistema di pareti mobili facilmente sostituibili. Se l’esterno resta pressochè uguale, all’interno CHK crea un quartiere in miniatura con spazi per la collettività accessibili anche oltre l’orario di chiusura degli uffici. Oltre allo spazio abitativo, la torre ospita diverse tipologie residenziali.

Più riciclo, meno spreco

Oltre a contrastare la crisi abitativa, il nuovo 1633 Broadway Adaptive Reuse prova a ridurre anche gli sprechi. Gran parte dei materiali originali sono reimpiegati anche con soluzioni anomale. Ad esempio i vecchi tappeti, sono sminuzzati e recuperati per creare i pannelli isolanti. O ancora gli elementi della facciata sostituiti, vengono recuperati come elementi divisori delle cucine.

A completare l’attenzione alla sostenibilità ambientale sono gli impianti smart a controllo digitalizzato, l’involucro esterno a doppia facciata ad alte prestazioni e schermato dai frangisole, un sistema di ventilazione incrociata per favorire il ricambio d’aria, un impianto di recupero delle acque piovane posto in copertura e associato alla vegetazione pensile per abbattere l’effetto isola di calore.