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Codice della Ricostruzione: via libera del CdM al disegno di legge

Delega all Governo per l'adozione del Codice della Ricostruzione, un modello normativo uniforme per tutte le attività di ricostruzione post sisma

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In Italia oggi sono in corso almeno 7 ricostruzioni frammentate, per questo è pressante la creazione di un Codice della ricostruzione

(Rinnovabili.it) – Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per l’adozione del “Codice della ricostruzione”. Si tratta di una riforma estremamente importante che cercherà di portare ordine nella frammentazione normativa che oggi caratterizza tutte le attività di ricostruzione post sisma.

L’obiettivo è quello di attuare un modello “che garantisca non solo certezza, stabilità e velocità dei processi di ricostruzione, ma che assicuri anche la ripresa delle attività socio-economiche nei medesimi territori”.

Un intervento atteso da tempo

Che fosse necessaria una revisione dei criteri con cui vengono gestiti gli interventi post sisma era ormai chiaro, basti pensare che in Italia, ad oggi, sono in corso almeno 7 ricostruzione successive a terremoti, ciascuna con differenti regole, procedure ed un proprio modello di gestione.

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Il Codice della ricostruzione dovrebbe intervenire in questa frammentazione, garantendo uno sviluppo unitario. La delega propone la creazione di uno specifico Dipartimento dedicato alle ricostruzioni presso la Presidenza del Consiglio, in coordinamento con il Dipartimento della Protezione Civile, con la possibilità di nominare Commissari Straordinari per gli interventi più complessi e la definizione di uno specifico “stato di ricostruzione” distinto dallo “stato di emergenza”.

Cosa cambierà nei processi di ricostruzione

Il disegno di legge delega introduce alcuni principi nuovi ed estremamente importanti:

  • i processi di ricostruzione non si limiteranno alla riparazione materiale dei danni, ma assicureranno ai territori colpiti, il recupero del tessuto socio-economico, ad esempio attraverso gli aiuti alle imprese.
  • In caso di danni molto elevati e di situazioni complesse, si attiverà una ricostruzione pubblica dei centri urbani e storici dei comuni più colpiti mediante progetti unitari.
  • Le opere pubbliche danneggiate potranno essere ricostruite seguendo un iter semplificato e meccanismi di accelerazione, come l’obbligo di utilizzare centrali uniche di committenza.
  • Per la prima volta inoltre, si introdurrà la possibilità di attivare polizze assicurative private per il ristoro dei danni da sisma, delegando il Parlamento a valutare l’introduzione eventuale di forme di risarcimento diverse dal contributo pubblico.

A livello amministrativo verrà mantenuto il modello di gestione multilivello adottato per la ricostruzione post sisma 2016, con l’affidamento alla Cabina di coordinamento, guidata dal Capo del Dipartimento o dal Commissario, con i presidenti delle Regioni interessate, i rappresentanti dei sindaci ed il Capo Dipartimento della Protezione Civile, con il quale vengono stabilite le modalità di passaggio dalla fase di emergenza a quella di ricostruzione.