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Climatizzazione estiva e invernale, un aiuto dalle finestre ‘ad acqua’

Matyas Gutai, professore di architettura all'Università di Loughborough, ha realizzato un doppio vetro riempito d'acqua che potrebbe dare una nuova mano al risparmio energetico in edilizia

Climatizzazione estiva e invernale
Credits: Università di Loughborough

Innovazione liquida per la climatizzazione estiva ed invernale

(Rinnovabili.it) – Quando si tratta di mantenere alta l’efficienze energetica degli edifici, le finestre rappresentano un punto debole. Nonostante l’avanzata di doppi e tripli vetri, oggi gli infissi possono fornire un isolamento ancora limitato. Una nuova soluzione al problema arriva dall’Università di Loughborough, nel Regno Unito. Qui, Matyas Gutai, professore di architettura, ha creato un nuovo sistema di regolazione termica in grado di migliorare la climatizzazione estiva ed invernale delle abitazioni.

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L’idea, sviluppata assieme al collega Abolfazl Kheybari, dell’Università di Kaiserslautern, è quella di “riempire” le finestre con acqua. L’architettura è idealmente simile a quella dei doppi vetri con la differenza di aver inserito, nella camera interna, acqua al posto di aria o gas. Per gli scienziati, l’invenzione potrebbe rivoluzionare le prestazioni degli edifici, se utilizzata come parte di un impianto di climatizzazione estiva ed invernale più ampio e complesso.

Finestre a doppi vetri ed acqua
Credits: Università di Loughborough

E per dimostrarne i benefici nella pratica, gli scienziati hanno realizzato i primi prototipi funzionanti in due luoghi climaticamente differenti: Ungheria e Taiwan.

In ognuno dei due casi, le speciali finestre sono state collegate a un serbatoio di stoccaggio mediante tubi nascosti nelle pareti, in modo che il fluido potesse circolare tra i due. Questo sistema consentirebbe alle “case ad acqua” di raffreddarsi e riscaldarsi in maniera energeticamente più economica rispetto rispetto ai sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata).

Durante l’estate e i mesi più caldi, le finestre assorbirebbero il calore nell’acqua e, una volta raggiunta una temperatura sufficientemente elevata, questa verrebbe pompata nel serbatoio di accumulo. Contemporaneamente verrebbe iniettato nuovo liquido fresco nelle finestre. L’acqua calda può essere riciclata nei servizi sanitari o ritornare alle finestre una volta scese le temperature, ma il Dr. Gutai ha sviluppato una versione più sofisticata del sistema aggiungendo una pompa di calore, che riscalda e raffredda l’acqua a seconda della stagione.

Sulla base di simulazioni effettuate dal team, si stima che un edificio dotato di “finestre ad acqua” e pompa di calore possa consumare fino al 72 percento in meno di energia rispetto a un edificio simile dotato di finestre a doppio vetro e sistemi di climatizzazione tradizionali. Quella cifra scende a un 61 per cento in caso di triplo vetro. Lo scienziato sta ora cercando di sviluppare questa tecnologia in un prodotto finito e sta lavorando con colleghi accademici e aziendali per raggiungere l’obiettivo.

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