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Dalla carta igienica riciclata alla stampa 3D

Un materiale simile all'argilla, 100% naturale e adatto alla stampa 3D, prodotto a partire dal riciclo dei liquami delle acque reflue

(Rinnovabili.it) – Arriva dai Paesi Bassi il materiale costruttivo per la stampa 3D prodotto dal riciclo delle acque reflue domestiche.

A sviluppare il prototipo è Omlab, lo studio di progettazione biobased impegnato da sempre nel promuovere un sistema costruttivo circolare e 100% naturale.

Partendo dalle 180.000 tonnellate di carta igienica che ogni anno vengono scaricate e bruciate come rifiuti nei soli Paesi Bassi, il team di progettazione ha provato a trasformare in risorsa l’emblema degli scarti.

Il prototipo a base biologica

Il materiale prodotto attualmente viene sfruttato in agricoltura, nell’industria chimica o come additivo, ma la sperimentazione della stampa 3d è ancora alle prime fasi di sperimentazione.

Oltre alla kaumera o alginato di calcio, ovvero il materiale riciclato dalle acque reflue domestiche, al composto viene aggiunto un 60% di carbonato di calcio prodotto dall’addolcimento delle acque, un 30% di acqua ed un naturale 5% di cellulosa già contenuta nella carta igienica riciclata.

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Una volta miscelati, questi materiali creano una pasta solida simile all’argilla che ben si presta all’estrusione tramite la testina di una stampante 3D.

Una volta solidificato, il prodotto creato da Omlab ricorda la pietra o la ceramica, è traspirante e completamente naturale.

La toilette in stampa 3D

La prima sperimentazione reale in architettura ha permesso di stampare una toilette funzionante parte integrante dell’interessante progetto The Exploded View Beyond Building, un “catalogo” in scala reale di materiali e sistemi costruttivi per la bioarchitettura.

Per il momento il materiale è in fase di sperimentazione, con un utilizzo limitato alle strutture temporanee o agli elementi di arredo per esterni.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.