Rinnovabili • Caro materiali: si rischia la nascita di imprese improvvisate - Foto di Free-Photos da Pixabay

Caro materiali: si rischia la nascita di imprese improvvisate

A dare l'allarme è Ance, il caro materiali e la mancanza di manodopera potrebbe portare i molti interventi avviati con il Superbonus ad uno stallo del settore.

Caro materiali: si rischia la nascita di imprese improvvisate - Foto di Free-Photos da Pixabay
Caro materiali: si rischia la nascita di imprese improvvisate – Foto di Free-Photos da Pixabay

Quest’anno il caro materiali ha portato il prezzo del rame ad un aumento del 21,63% e quello dell’alluminio del 35.76%

(Rinnovabili.it) – Nonostante il Superbonus abbia portato un investimento complessivo di ben 5,7 mld di euro, il caro materiali e la mancanza di manodopera sta portando il settore verso una crisi con grosse ripercussioni. Le asseverazioni presentate ad ENEA per l’accesso alla detrazione del 110% hanno superato la soglia delle 37mila richieste alla fine dello scorso mese, tuttavia l’impennata del costo delle materie prime blocca completamente il settore.

Materie prime alle stelle creano grande incertezza”. Ha sottolineato il Presidente dell’ANCE Gabriele Buia, commentano i dati Enea. “Da inizio anno il prezzo del rame è salito del 21,63%, quello dell’alluminio del 35.76%, quello del litio del 98.92%. Un rialzo impressionante dei prezzi sulle materie prime a livello mondiale che preoccupa seriamente i costruttori insieme alla grande carenza di manodopera”.

Dal 2008”, sottolinea Buia, “abbiamo perso 600mila addetti e con la crescita degli interventi legati al Superbonus stanno nascendo molte imprese improvvisate, con il rischio di scarsa professionalità e con una ripercussione sugli indicatori di settore che potrebbero peggiorare“.

Leggi anche Superbonus 110%: 5,6 mld di euro ammessi a detrazione

Il nodo cruciale è proprio questo: gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento aumentano, ma se mancano gli esecutori materiali delle opere, il rischio è proprio la nascita di imprese edilizie di scarsa qualità che andrebbero ad annullare il percorso messo in atto anche grazie alle agevolazioni fiscali, di rinnovamento del patrimonio edilizio.

Ciò che le associazioni di settore capitanate da Ance, chiedono a gran voce, è la proroga al 2023 delle agevolazioni.