Rinnovabili • caos-superbonus Rinnovabili • caos-superbonus

Caos Superbonus, M5S: “Allarmismi inutili, la misura verrà rifinanziata”

Quale sarà il destino del 110% dopo il caos superbonus e fondi esauriti di questi giorni? Molte le richieste, ma la soluzione non può farsi attendere.

caos-superbonus
via depositphotos.com

L’annuncio del superamento delle risorse messe a disposizione per le detrazioni ha spinto nel caos il superbonus

(Rinnovabili.it) – Si cammina sul filo di lana dopo il caos Superbonus scatenato dalla notizia di questi giorni che annunciava la fine dei fondi disponibili per la misura.

E’ bastata poco per far scattare i soliti botta e risposta tra chi, come il Premier Mario Draghi, non vede il 110% di buon occhio e chi, some i 5 Stelle, lo vede come un figlio incompreso.

Di fatto è vero che le risorse stanziate (33,3 mld di euro) sono state superate già a fine maggio dai 33,7 mld di lavori già prenotati (come riporta Enea). Ed è altrettanto vero che ci sono crediti incastrati negli ingranaggi burocratici del meccanismo.

Leggi anche Allarme Superbonus: dall’estensione dei crediti ai Btp, le proposte per evitare il fallimento

Dei 5 mld tra crediti ceduti e sconti in fattura caricati dai cedenti, ma ancora non accettati o bloccati per i controlli del Fisco, ha parlato lo stesso Ministero dell’Economia, incalzato durante un’interrogazione parlamentare dello scorso maggio.

Le conseguenze sono molteplici, dal rischio fallimento per migliaia di aziende con il cassetto fiscale pieno di crediti, ma niente liquidità. Fino agli sfortunati cittadini che potrebbero trovarsi con lavori iniziati da saldare, ma mai completati, o peggio ancora trovarsi a dover restituire i soldi al Fisco.

E gli appelli ad intervenire tempestivamente non si fanno attendere.

M5Stelle: “Inutile puntare l’indice sul Superbonus”

A correre ai ripari ci ha pensato la maggioranza con una serie di emendamenti al Dl Aiuti, in corso di conversione, che presto approderà in Aula. Tra le richieste il prolungare la validità dei crediti, aprire la cessione ai privati con partita Iva, e la trasformazione dei crediti in Btp. Ma è il M5Stelle ad accusare di “attacchi strumentali” e allarmismo.

Sulla sua pagina facebook Gianmauro Dell’Olio (M5S) sostiene che “l’agevolazione verrà senza ombra di dubbio rifinanziata per il 2023”, perché “non è una misura ‘chiusa’ che possa fermarsi come se niente fosse”. “E’ perfettamente inutile puntare l’indice sui costi per 33 miliardi, che in realtà sono investimenti, senza dire mai quanto il Superbonus faccia incassare allo Stato in termini di maggiori imposte dirette e indirette, in termini di emersione del lavoro nero, di aumento del valore degli immobili, in termini di valore economico dei risparmi energetici conseguiti, in termini di acquisti collaterali innescati dal Superbonus e in termini di lavoro creato nell’edilizia e connessi consumi delle famiglie”, prosegue Dell’Olio, sostenuto anche da Girotto.

Appello dei Commercialisti

Anche i commercialisti sono favorevoli ad una revisione delle tempistiche della norma, con correttivi soprattutto ai soggetti beneficiari delle cessioni dei crediti.

“Per preservare un meccanismo normativo prezioso come quello della monetizzazione dei bonus edilizi, senza nel contempo sacrificare le esigenze di contrasto all’utilizzo indebito, nonché per evitare che l’intero comparto dell’edilizia subisca conseguenze irreparabili, chiediamo un intervento normativo che ripristini per le banche la possibilità di cedere liberamente i crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario”. Ad affermarlo è il Presidente Nazionale dei Commercialisti Elbano de Nuccio, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro dell’Economia, Daniele Franco, al presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.