Recupera le tecniche artigianali della tradizione per la lavorazione della cartapesta, che ricopre una struttura creata con oltre 800 canne di bambù
(Rinnovabili.it) – Le tecniche tradizionali degli artigiani vietnamiti al servizio della biomimesi. È l’idea al centro del padiglione sostenibile realizzato dall’architetto Nguyen Hoa Hiep, dello studio a21. Combinando la modellazione 3D all’uso di materiali locali, leggeri e rinnovabili come la carta e il bambù, ha creato un padiglione di 162 metri quadri ispirato al bozzolo di un insetto e l’ha presentato alla Saigon Architects Exhibition.
Se sono le potenzialità della ricerca biomimetica che conferiscono leggerezza e solidità all’intera struttura, dietro la sua realizzazione si cela uno studio accurato nelle tecniche di lavorazione artigianale di diversi materiali tradizionali del Vietnam, ricerche che lo studio a21 ha condotto anche in passato nell’ambito di altri progetti, accomunati dall’uso di legno locale. Il padiglione ondulato infatti è stato assemblato copiando e riadattando all’opera le tecniche di realizzazione delle maschere di carta a forma di testa di leone che fanno parte della tradizione locale e sono ancora oggi presenti nelle botteghe degli artigiani raccolti sulla via Hang Ma.
La carta utilizzata – che in vietnamita viene chiamata “poonah” – assomiglia per molti versi al papier-mâché, la nostra cartapesta. Per ricoprire l’intelaiatura, sia all’interno che all’esterno, sono stati impiegati ben 1.200 fogli di carta. Li regge una fitta struttura che raccoglie circa 800 canne di bambù. La tecnica, benché artigianale, non richiede tuttavia un tempo di lavorazione eccessivo: l’intero processo di assemblaggio è durato 13 giorni.
Il padiglione ha anche un intento educativo. Infatti, l’architetto Nguyen Hoa Hiep lo ha ideato tenendo conto delle necessità di apprendimento degli studenti di architettura che sarebbero andati a visitare l’esposizione di Saigon, organizzata dalla piattaforma di studi di architettura vietnamita Handhome. “Questo padiglione ha una struttura piuttosto strana per la conoscenza comune degli studenti – ha commentato – Attraverso il progetto, volevamo mostrare loro un modo in cui l’impiego del bambù come materiale da costruzione possa forgiare una mentalità innovativa”.