Costruire in bioedilizia ed investire nell'efficienza energetica è l'unica soluzione possibile a disposizione delle città arabe per contrastare il cambiamento climatico e la sovrappopolazione urbana
(Rinnovabili.it) – L’unica soluzione per affrontare il problema del cambiamento climatico è quella di imporre regole più severe in materia di bioedilizia promuovendo la costruzione di comunità sostenibili: è questo il monito lanciato dal ministro egiziano per lo sviluppo urbano, Mostafa Madbouly, in occasione della prima edizione del Forum “Sustainable Communities and Green Building”.
Secondo il programma delle Nazioni Unite UN-Habitat oltre il 56% della popolazione del mondo arabo vive oggi nelle città, una percentuale che tra il 1990 ed il 2010 si è letteralmente quadruplicata e che potrebbe raggiungere addirittura il 75% entro il 2050.
Un processo di urbanizzazione di questo tipo in una regione già oggi fortemente soggetta alla vulnerabilità dei cambiamenti climatici, impone necessariamente una profonda trasformazione nello stile di vita e nel modo di costruire, per evitare di sovraccaricare ulteriormente le infrastrutture ed i servizi presenti nelle città.
I problemi più gravi ai quali le città del mondo arabo dovranno far fronte sono l’innalzamento delle temperature e la mancanza d’acqua. Utilizzare l’urbanizzazione come uno strumento per limitare questi problemi è l’unica soluzione possibile, ha sottolineato Joan Clos direttore esecutivo di UN-Habitat, ribadendo che solo adottando criteri di costruttivi di bioedilizia sarà possibile ridurre consumi ed emissioni di uno dei settori più energivori a livello globale.
CREATIVITA’ INFORMALE – Ma l’adozione di norme chiare condivise per la costruzione di edifici verdi non è un compito facile in una Regione dove tutte le decisioni sono prese a livello Nazionale, lasciando pochissime responsabilità alle Amministrazioni delle singole città. La conseguenza di un atteggiamento di questo tipo ha ovviamente portato alla formazione di insediamenti informali e costruzioni abusive, non soggette ad alcun regolamento ed estremamente difficili da gestire. Anche in questo caso però, questo tipo di costruzioni, deve essere interpretato come uno strumento e non come un ostacolo al progresso, sfruttando la “creatività” naturale di questi luoghi. Al Cairo ad esempio, un gruppo imprenditoriale assolutamente informale, ha avviato un’attività di raccolta differenziata autogestita estesa a tutta la città, arrivando a riciclare addirittura l’80% del materiale raccolto, guadagnandoci in termini economici ed ambientali.
Accanto al tema della bioedilizia, l’altra sfida che sono chiamate ad affrontare le città è l’aumento dell’efficienza energetica, un problema estremamente accentuato nelle Monarchie del Golfo Arabo.
“I governi devono mettere in atto piani chiari e strategici che sostengano riforme per l’efficienza energetica o il consumo continuerà ad aumentare incontrollato”, ha affermato Kurt Wiesegart, team leader di un progetto per l’efficienza energetica nel settore delle costruzioni nel Mediterraneo, finanziato dall’UE.
Contrastare il cambiamento climatico significa progettare meglio, investire nella bioedilizia, migliorare l’efficienza energetica dei settori industriali e diminuire progressivamente le emissioni nocive, diminuendo la dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili, un problema quest’ultimo, forse tra i più difficili da affrontare in un mondo dominato dal petrolio.