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Il biocemento prodotto da polvere extraterrestre e fecola di patata due volte più resistente del normale

Oltre ad essere due volte più resistente del normale, il biocemento StarCrete abbatte le emissioni di CO2 normalmente prodotte dalla produzione di questo materiale, rendendolo appetibile sia per costruzioni extraterrestri che per realizzare edifici più ecologici sul nostro Pianeta

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StarCrete – credits: manchester.ac.uk

Prima di utilizzare come legante la fecola di patata, lo stesso team aveva impiegato sangue e urina degli astronauti

(Rinnovabili.it) – Prendere della polvere extraterrestre, mescolare la fecola di patate ed aggiungere un pizzico di sale. Non è la ricetta segreta di qualche nuova sperimentazione culinaria, ma l’innovativo procedimento per produrre Biocemento cosmico. L’obiettivo è rendere possibile la vita extraterrestre, costruendo edifici la dove oggi è considerato impossibile.

A dar vita al materiale unico nel suo genere è un team di ricercatori di Manchester che ha soprannominato la nuova miscela StarCrete, pubblicando i risultati della sperimentazione sulla rivista Open Engineering.

Amido di patate come legante al posto di sangue e urine

Nel biocemento StarCrete c’è della polvere marziana simulata, miscelata con dell’amido di patate utilizzato come legante. I test hanno mostrato una resistenza alla compressione doppia rispetto rispetto al normale cemento raggiungendo ben 72 Megapasacal contro i 32 Mpa solitamente garantiti. Sostituendo alla polvere di Marte quella lunare il livello è addirittura superiore con una resistenza alla compressione di ben 91 Mpa. La scelta della fecola di patata quale legante parte dall’evoluzione di una precedente ricerca dello stesso team, dove al posto dell’amido, gli scienziati avevano provato ad utilizzare sangue ed urine degli stessi astronauti. Ovviamente la nuova sperimentazione batte la vecchia sia per reperibilità del legante, dato che il sangue dove essere “donato” con regolarità, oltre che per resistenza.

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“Poiché produrremo amido come cibo per gli astronauti, aveva senso considerarlo come un agente legante piuttosto utilizzare il sangue umano. Inoltre, le attuali tecnologie di costruzione necessitano ancora di molti anni di sviluppo e richiedono una notevole quantità di energia e apparecchiature aggiuntive per la lavorazione pesante che aggiunge costi e complessità a una missione. StarCrete non ha bisogno di nulla di tutto ciò e semplifica la missione rendendola più economica e fattibile”, ha sottolineato il dottor Aled Roberts, ricercatore presso il Future Biomanufacturing Research Hub e capo ricercatore di questo progetto.

Secondo il team un sacco di patate disidratata da 25 kg contiene abbastanza amido da produrre quasi mezza tonnellata di biocemento StarCrete, sufficiente per realizzare 213 mattoni.

Sale e lacrime

L’ultimo ingrediente della miscela cosmica, indispensabile per garantire la giusta forza, è il sale. In questo caso le ipotesi si sono mosse in direzione del cloruro di magnesio, presente sulla superficie marziana o, in alternativa, dalle lacrime degli astronauti.

La fase successiva sarà la sperimentazione sul campo. Per farlo il team guidato dal Dr. Roberts ha anche lanciato una start-up, la DeakinBio, che sperimenterà i potenziali impieghi di StarCrete anche su suolo terrestre. Di fatto questo Biocemento potrebbe rappresentare una valida alternativa al cemento ed al calcestruzzo tradizionali, la cui produzione è responsabile dell’8% delle emissioni globali. Invece, per produrre StarCrete non servono forni ad elevate temperature, ma basta un comune forno o microonde a temperature “casalinghe”.