Così il piano per l'ambiente della multinazionale francese privilegia chilometro zero e riduzione degli sprechi di cibo. Gli orti urbani e i giardini vegetali saranno installati in 1 albergo su 4.
(Rinnovabili.it) – Su un piatto della bilancia ci sono il chilometro zero, il taglio delle emissioni di CO2 dovute ai trasporti e la drastica riduzione degli sprechi. Sull’altro piatto c’è la necessità di contenere le spese e la ricerca del profitto. Nella sezione “ambiente” del business plan di Accor, colosso del settore alberghi e ristorazione, sembra che abbiano trovato posto entrambi. Almeno a giudicare dall’annuncio dell’azienda: entro il 2020 pianterà 1.000 orti urbani e giardini vegetali nei suoi hotel.
Il gigante francese è una delle catene di alberghi con più ramificazioni al mondo. Tra i marchi che controlla figurano Pullman, Sofitel, Novotel, Mercure, Ibis. In tutto 3.900 hotel, che servono oltre 150 milioni di pasti l’anno. Solo da banchetti, buffet e aperitivi, Accor incamera ben un terzo dei suoi profitti totali. Naturale quindi che la scure dei tagli alle spese inutili si abbattesse proprio sulla catena del cibo.
L’obiettivo principale, ha spiegato il Ceo di Accor Sebastien Bazin, è ridurre lo spreco di cibo del 30%. Come? Prima di tutto tenendo i conti precisi di quanto cibo va sprecato, dove e per quali motivi. Le cucine quindi dovranno fornire il peso esatto degli scarti e la loro provenienza.
Ma la decisione più importante riguarda la scelta di votarsi al chilometro zero. È chiaro, i cibi prodotti localmente oltre a ridurre le emissioni dovute ai trasporti hanno anche benefici sul budget. Ma Accor ha preferito riconvertire un quarto dei suoi hotel in modo che possano ospitare orti urbani e giardini vegetali. In tutto saranno circa 1.000 e inizieranno a produrre i primi ortaggi entro il 2020. Gli orti non potranno fornire la varietà di prodotti che oggi entra nelle cucine della multinazionale, e per questo Accor ha scelto di modificare i menù: non più 40 piatti diversi tra cui scegliere, ma al massimo 10-15.
L’obiettivo finale, da raggiungere nei prossimi anni, è migliorare l’efficienza energetica degli hotel della catena per renderla carbon neutral. Ma per il momento non è stata ancora messa nero su bianco alcuna strategia concreta in questo senso.