Il 14 novembre si avvicina e tutto fa pensare che il consiglio di amministrazione della Banca Europea degli Investimenti abbia la strada spianata per ridurre gradualmente i finanziamenti a progetti legati all'uso di petrolio, gas e carbone.
Approvato dai 28 ministri delle Finanze un documento sullo stop agli investimenti sui combustibili fossili
(Rinnovabili.it) – I ministri delle Finanze dei 28 Stati membri dell’UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui richiedono l’eliminazione graduale di finanziamenti e investimenti a progetti legati all’uso di petrolio, gas e carbone. Dopo l’annuncio di Reuters del testo preliminare della dichiarazione, per la prima volta i ministri UE firmano una richiesta che sollecita esplicitamente la fine del finanziamento a tutti i tipi di combustibili fossili per combattere i cambiamenti climatici. Infatti, l’ultima riforma del mercato elettrico, risalente al 2018, aveva visto l’Unione Europea stabilire la solo eliminazione dei sussidi al carbone, per di più a partire dal 2025.
L’stanza è principalmente rivolta alla BEI, la Banca europea degli investimenti che rappresenta il braccio finanziario dell’UE, il cui amministratore delegato, Wenrner Hoyer, aveva già espresso parere favorevole allo stop dei finanziamenti ai combustibili fossili. Ma la BEI non è l’unico interlocutore tirato in ballo: la richiesta dei ministri, infatti, si estende anche ad altri istituti finanziari globali, come la Banca mondiale, che nel documento (testo in inglese) vengono esplicitamente sollecitati a tener conto degli sforzi dei paesi membri nell’ambito dello sviluppo sostenibile, delle azioni di mitigazione ai cambiamenti climatici e della sicurezza energetica.
Nel testo, numerosi sono i riferimenti all’Accordo di Parigi, soprattutto rispetto alla necessità di fissare il prezzo del carbonio e di stabilire delle regole più stringenti per il mercato internazionale. Tuttavia, secondo le fonti di Reuters, i progetti sul gas in Ucraina, Croazia e altri partner dell’UE potrebbero essere ancora finanziati, temendo che – se così non fosse – queste nazioni potrebbero rivolgere la loro attenzione alla Russia. La dichiarazione dei 28 ministri delle Finanze, infatti, va anche letta tenendo in conto gli ultimi fondamentali eventi riguardanti l’Accordo di Parigi, a partire dalla richiesta ufficiale dell’amministrazione Trump di uscire dal concordato.
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Giovedì prossimo, il 14 novembre, è atteso il consiglio di amministrazione della BEI, durante il quale la politica sui combustibili fossili sarà il principale punto all’ordine del giorno.