(Rinnovabili.it) – Il mondo cambia e anche ambiti strutturalmente “impermeabili” soltanto pochi anni fa alle tematiche e agli impatti sociali come la finanza hanno da tempo iniziato a diversificarsi maggiormente, volgendo lo sguardo anche alle forme di investimento tipiche della finanza sostenibile, in grado di generare non soltanto valore economico, ma pure economia circolare, valore sociale e capacità imprenditoriale sul territorio. La spinta di cambiamenti epocali che influiscono sul futuro di tutti a livello globale, come i cambiamenti climatici, le migrazioni, le nuove tecnologie e la necessità di salvaguardare il pianeta e l’umanità, per un mondo sostenibile, ha esercitato il suo effetto.
Sulla finanza d’impatto si sta svolgendo, fra Milano e Roma e altre città, dal 13 novembre fino al 22 novembre, la settima edizione della Settimana della Finanza Sostenibile SRI (Sustainable and Responsible Investment), uno dei principali appuntamenti in Italia in materia di investimenti sostenibili, promossa e coordinata dal Forum della Finanza Sostenibile. Relatori di grande prestigio nazionale e internazionale contribuiscono a promuovere e diffondere la pratica dell’SRI con le loro testimonianze in 13 convegni aperti al pubblico. A Milano, Rinnovabili.it ha seguito l’evento Strumenti finanziari per l’innovazione e la circolarità nel mondo agricolo al Luiss Hub for maker and students, alla presenza dell’Assessore a Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane del Comune di Milano, Cristina Tajani.
Imprese e start-up protagoniste di esperienze agrifood che hanno vinto la loro sfida di far nascere modelli di impresa scalabili e replicabili, hanno offerto le loro risposte innovative alle principali sfide della sostenibilità – OpenAgri, Sfera, Cortilia, MyFoody e Ricehouse – mentre i rappresentanti di fondi di investimento e operatori della finanza sostenibile – Oltre Venture, Goodland, P101, Garnell SGR, Intesa San Paolo Innovation Center hanno fornito il prezioso punto di vista di opportunità e barriere al ricorso alla finanza sostenibile da parte delle imprese .“Individuare i modi e gli strumenti per rendere sostenibili i progetti di innovazione sociale è un tema fondamentale per dare continuità e prospettiva di crescita alle tante esperienze che a Milano in questi anni sono state avviate” – è la convinzione di Cristina Tajani che, nel sottolineare anche l’impatto delle piattaforme digitali sull’economia e sulla vita dei cittadini, ha citato, fra gli ambiti più promettenti per iniziative sostenibili l’agrifood. Le implicazioni dello sviluppo che questa filiera innesca – ha affermato – si riverberano sia sulla rigenerazione urbana, sia sugli stili di vita e di consumo sostenibili e sani, sia, infine, sulla tutela del territorio e delle sue risorse naturali.
“Non ci eravamo ancora misurati con l’idea dell’impresa agricola in ambito periurbano – ha spiegato – e l’occasione del progetto OpenAgri (progetto per innovare la campagna e coltivare la città, di cui più oltre, ndr) ci dà la possibilità di accogliere anche questa intuizione di impresa nell’ambito delle politiche di sostegno promosse in questi anni, con un orizzonte aperto anche all’ispirazione e al contributo che gli attori economici e finanziari possono fornire grazie all’evento nell’ambito della settimana della finanza sostenibile. Si tratta – ha aggiunto Tajani – di un modello che il Comune di Milano intende promuovere con il soggetto pubblico nel ruolo di regista e i tanti operatori che vorranno collaborare con noi nel ruolo di attori comprimari di queste iniziative innovative, su cui Milano ha maturato negli anni molta esperienza e che crescono nel solco della coprogettazione”.
Davide Dal Maso, organizzatore dell’evento e presidente della società di consulenza “avanzi. Sostenibilità per azioni”, fra gli artefici della nascita del Forum della Finanza Sostenibile, introducendo le testimonianze sia degli imprenditori, sia dei rappresentanti dei fondi della finanza d’impatto, ha voluto ricordare alcuni aspetti importanti intrapresi in Italia, sulla rotta della sostenibilità. “Il Ministero dell’Ambiente e in generale il Governo italiano – ha rammentato – ha affrontato il tema della finanza sostenibile in tempi relativamente recenti, rispetto ad altri paesi europei e lo ha fatto attraverso un’azione abbastanza decisa e coordinata dal Ministero dell’Ambiente. Per tutti i temi di sostenibilità sappiamo che oltre al livello dell’amministrazione locale, occorre una regia sia a livello nazionale, sia a livello europeo. A livello europeo la Commissione ha svolto un ruolo importante nello straordinario stimolo verso la finanza sostenibile, da ultimo approvando nel marzo 2018 il cosiddetto Action Plan, uno strumento programmatico di ampio respiro che prevede numerose azioni, per promuovere la crescita della finanza sostenibile”.
“In Italia – ha ricordato ancora Dal Maso – il Governo ha iniziato ad affrontare in modo sistematico questo argomento alla fine del 2016, dando vita a quello che è stato chiamato il Piano Nazionale per la Finanza Sostenibile, un tavolo di lavoro multi stakeholders che ha lavorato per circa otto mesi, costituito dai Ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze e da altri attori pubblici, come Consob e Bankitalia, insieme ai principali attori del mercato finanziario italiano, quali Borsa italiana e grandi operatori assicurativi, bancari e del risparmio gestito. Il prodotto è un rapporto che è stato presentato in Banca d’Italia poco più di un anno fa e che ha individuato, per ciascuno degli ambiti della finanza , i temi più rilevanti e le barriere all’ulteriore sviluppo della finanza sostenibile. Sono state quindi suggerite diciotto raccomandazioni per favorire una crescita della finanza sostenibile, raccomandazioni – ha spiegato ancora Dal Maso – che sono l’oggetto dell’attività dell’Osservatorio Italiano sulla Finanza Sostenibile, costituito a gennaio 2018 con un decreto del Ministero dell’Ambiente e che prevede quattro gruppi di lavoro. Il primo gruppo di lavoro riguarda la nascita di un centro finanziario per la sostenibilità, un contenitore di innovazione e di sperimentazione di nuovi approcci alla finanza sostenibile; un secondo gruppo di lavoro riguarda il coordinamento fra l’agenda internazionale e l’agenda nazionale di finanza sostenibile, quindi dagli accordi di Parigi e l’Agenda ONU 2030, all’Action Plan e alla declinazione a livello nazionale delle iniziative a livello transnazionale; un terzo gruppo di lavoro riguarda il coordinamento delle politiche nazionali, una sorta di tavolo di coordinamento fra i principali ministeri che si occupano oggi di promuovere azioni di politica pubblica che possano avere un impatto nell’ambito della finanza; infine, un quarto gruppo di lavoro riguarda il monitoraggio del sistema Paese rispetto a questi obiettivi. Si tratta quindi di un piano d’azione molto importante e complesso, che sta procedendo, sebbene sia sempre delicato mettere in azione processi così articolati”.
Nel suo prezioso excursus sulle cose già fatte verso la finanza sostenibile, Dal Maso ha menzionato “un altro momento importante, in cui il Governo ha svolto un ruolo di stimolo e promozione. Durante la presidenza nel G7 nel primo semestre 2017, il Governo pose in cima all’agenda internazionale proprio il tema della finanza sostenibile, declinandolo su due questioni precipue: il primo filone riguardava il tema del finanziamento alle piccole imprese, in considerazione del fatto che la finanza sostenibile è andata sempre verso grandi imprese quotate, mentre soprattutto in Italia la gran parte del tessuto imprenditoriale è fatto di aziende di medie e piccole dimensioni; il secondo filone su cui il G7 pose l’attenzione fu il ruolo dei centri finanziari. La presidenza italiana al G7 – ha aggiunto Dal Maso – ha promosso la nascita di un coordinamento fra centri finanziari internazionali, da cui è nato un network internazionale che sta muovendo i primi passi e che vede coinvolti oltre venti centri finanziari globali, Londra, New York, Toronto, Parigi, Tokio, Casablanca, Dublino e tante altre città che si ritrovano periodicamente per confrontare best practices, pratiche, progetti, in modo da utilizzare il potere propulsivo che le piazze finanziarie hanno nello stimolare l’innovazione e produrre lo spostamento di capitali dalla finanza tradizionale, a sostegno dell’economia lineare, alla finanza verso attività economiche più sostenibili e “circolari”, più capaci di generare esternalità produttive per l’ambiente circostante”.
In sostanza – è il messaggio incoraggiante che è emerso – “ci muoviamo in un contesto in cui, mentre fino a qualche anno fa la finanza sostenibile era sostanzialmente promossa da operatori privati – tipicamente grandi gestori di fondi si rivolgevano a grandi imprese quotate – , ora si va verso un sistema che si muove in modo molto più coordinato e coerente , che si rivolge a una platea molto più vasta e che guarda a tutti gli attori della finanza che operano nell’economia reale. Abbiamo l’impressione che veramente il mondo della finanza si stia muovendo in modo molto più compatto di quanto non abbia fatto in passato per promuovere delle forme di economia che siano effettivamente in grado di andare nella direzione indicata dall’Agenda 2030 e quindi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati. La sfida è molto complessa, ma mai come adesso chi si occupa di questi temi da parecchi anni registra che esistono delle condizioni favorevoli per innescare un processo, mai come adesso esiste una comunità di intenti e quindi il momento sembra favorevole per innescare un processo di cambiamento strutturale e necessario per produrre risultati reali nell’economia e nella società”. Anche i numeri della partecipazione agli incontri della Settima Edizione del Forum della Finanza Sostenibile sono incoraggianti, perché già il 19 novembre superavano le tremila presenze in tutta Italia, a circa metà durata della manifestazione, testimoniando un interesse sempre crescente da parte degli operatori.