Rinnovabili • Rinnovabili: gli investimenti nell’energia pulita vacillano

Rinnovabili: gli investimenti nell’energia pulita vacillano

I dati del terzo trimestre mostrano investimenti in rapido calo: solo un quinto rispetto allo stesso trimestre del 2012

Rinnovabili: gli investimenti nell’energia pulita vacillano(Rinnovabili.it) – Dopo l’exploit del 2011 e del 2012, l’energia pulita tira il fiato. Nel terzo trimestre di quest’anno infatti gli investimenti globali nelle rinnovabili e nelle tecnologie del risparmio energetico segnano un primo ed importante calo: 45,9 miliardi di dollari in totale, ovvero meno 14% rispetto al secondo trimestre di quest’anno e il 20% al di sotto del terzo trimestre del 2012. Il dato, elaborato dalla società d’analisi Bloomberg New Energy Finance, rende sempre più probabile  una chiusura del 2013 in forte flessione, con ben 281 miliardi in meno rispetto all’anno precedente. I dati del terzo trimestre mostrano debolezza quasi tutta la linea, con cali negli investimenti di Cina, Stati Uniti ed Europa; a dare evidenti segni di crescita nell’anno in corso, spiegano gli analisti, saranno unicamente Canada, Cile e Uruguay. Buone notizie arrivano solo dal comparto fotovoltaico dove si prevede  la capacità mondiale raggiunga entro la fine del 2013 un nuovo record, istallando altri 36.7 GW. Tuttavia la riduzione dei costi per megawatt registrata in questi mesi si tradurrà anche in questo caso in minori investimenti.

 

Michael Liebreich, amministratore delegato di Bloomberg New Energy Finance, ha commentato così i nuovi dati: “Dopo il secondo trimestre un po’ più promettente, ora abbiamo un trend molto deludente per gli investimenti. I 45 miliardi di dollari sono ovviamente ancora una notevole quantità di denaro, maggiore di quello investito in tutto il 2004, ma la perdita rispetto al 2011 è preoccupante”. Secondo Liebreich, la nuova battuta d’arresto rifletterebbe l’incertezza politica che sta attraversando l’Europa, il nuovo appeal dello shale gas negli Stati Uniti, unitamente alla stabilizzazione degli investimenti in Cina e ad un generale indebolimento della volontà politica nelle maggiori economie