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La riforma dell’ETS non s’ha da fare?

Nessun accordo raggiunto sulla data di lancio della Market Stability Reserve, passo importante di una riforma dell'ETS. Altra vittoria europea delle fossili

La riforma dell’ETS non s’ha da fare-

 

(Rinnovabili.it) – Il Parlamento europeo decide ancora di non decidere: dopo gli OGM, tocca alla riforma dell’ETS, il sistema di scambio delle emissioni di carbonio. Il processo di riorganizzazione ha subito un duro colpo ieri, dopo che i deputati non sono riusciti ad approvare un emendamento che aveva come scopo l’aumento dei prezzi del carbonio.

Un eccesso di quote di emissioni, in Ue, li ha mantenuti bassi in questi ultimi anni, minando l’efficacia del sistema e alimentando le preoccupazioni sul futuro. Servirà più di un decennio per far salire i prezzi oltre i 30 euro a tonnellata.

Bruxelles ha in programma una revisione del sistema ETS, che intende rimuovere centinaia di milioni di quote in eccesso dal sistema. Da qui dovranno finire in una Market Stability Reserve (MSR), dalla quale potranno essere restituite al mercato se l’aumento del prezzo del carbonio si dimostrasse eccessivo.

 

Ma gli interrogativi sono a monte: non si sa nemmeno infatti quando l’MSR verrà messa in funzione. Alcuni Stati membri, sostenuti da imprese green e ONG, vuole che la data di lancio si anticipi al 2017, in modo da far salire il prima possibile il prezzo del carbonio. Ma diversi gruppi industriali hanno esercitato pressioni per allungare i tempi, nel tentativo di ridurre i costi per le imprese ad alta intensità energetica. Il ministro ombra laburista per l’Energia e il climate change, Bryony Worthington, ha accusato i lobbisti dell’industria di aver convinto i deputati a votare contro il piano.

La Commissione Industria del Parlamento europeo ha votato contro la richiesta di anticipazione, e in un primo momento, ha sostenuto l’obiettivo iniziale del 2021. Alla fine, però, non è riuscita a raggiungere un parere definitivo.

Adesso le opinioni sul futuro sono discordanti: Alcuni credono che questa non decisione della Commissione Industria potrebbe far deragliare gli sforzi di riforma, altri invece si sono detti ottimisti che la Commissione Ambiente rimetterà le cose a posto, facendo passare le proposte più coraggiose.