Nuovi obiettivi di riciclo, metodi di misura standardizzati, revisione delle norme dell’ecodesign: questi sono solo alcuni degli elementi qualificanti del nuovo pacchetto di misure adottato oggi dalla Commissione Europea
(Rinnovabili.it) – “L’anello mancante”. Così la Commissione Europea ha ribattezzato le misure contenute nel nuovo Pacchetto Economia circolare. Adottato oggi dall’Esecutivo Europeo, il Circular Economy Package fa né più né meno quanto già annunciato da Bruxelles in questi mesi: getta le basi per il passaggio dall’attuale modello lineare di crescita economica ad uno dove il valore dei prodotti e dei materiali si mantenga il più a lungo possibile. In altre parole va a costituire quell’anello che oggi manca nel ciclo di vita dei beni europei.
Nel dettaglio il Pacchetto Economia Circolare comprende un piano d’azione globale che definisce un mandato concreto per la durata in carica di questa Commissione e alcune proposte legislative che rivedono le direttive sui rifiuti.
Le nuove misure, ha spiegato il primo Vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo Sviluppo sostenibile propongono “un percorso credibile e ambizioso per una migliore gestione dei rifiuti in Europa, sostenuto da azioni che riguardano l’intero ciclo dei prodotti; contiene sia una normativa intelligente sia incentivi a livello UE che aiuteranno le imprese e i consumatori – ma anche le autorità nazionali e locali – a guidare questa trasformazione”.
Il piano d’azione dietro al Pacchetto Economia circolare
Intervenire su questioni in cui l’azione a livello unionale genera un valore aggiunto reale e può fare davvero la differenza. Questo l’obiettivo del piano d’azione sull’economia circolare che include anche un certo numero di azioni mirate alle barriere del mercato in specifici settori o flussi di materiali, come la plastica, gli sprechi alimentari, le materie prime essenziali, la costruzione e la demolizione, la biomassa e i bioprodotti nonché misure orizzontali in settori come l’innovazione e gli investimenti. Tra gli elementi sicuramente più interessanti appaiono le proposte di sostenere la riparabilità, la durabilità e la riciclabilità dei prodotti e di preparare un programma di test indipendenti – nell’ambito di Horizon 2020 – per contribuire a identificare le questioni connesse alla potenziale obsolescenza programmata (piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile).
Revisione delle proposte legislative sui rifiuti
Attualmente l’Europa perde circa 600 milioni di tonnellate l’anno di materiali contenuti nei rifiuti che potrebbero essere potenzialmente riciclati o riutilizzati. Solo circa il 40% dei rifiuti generati dalle famiglie nell’UE è riciclato, con tassi di riciclaggio che vanno dal 5% fino all’80%, a seconda delle zone. In una prospettiva di maggiore efficienza delle risorse, la trasformazione dei rifiuti in risorse è un elemento decisivo del Pacchetto Economia circolare.
In questo ambito la Commissione europea intende:
- fissare l’obiettivo comune UE di riciclare il 65% dei rifiuti urbani entro il 2030;
- fissare l’obiettivo comune UE di riciclare il 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030;
- fissare un obiettivo vincolante di collocamento in discarica per ridurre tale pratica al massimo al 10% di tutti i rifiuti entro il 2030;
La revisione delle direttive sui rifiuti e le discariche dovrà anche portare ad un rafforzamento della collaborazione con gli Stati membri per migliorare concretamente la gestione, armonizzando i metodi di calcolo. Inoltre dovrà garantire che i fondi strutturali siano usati per sostenere gli obiettivi della legislazione unionale sui rifiuti e proporre criteri minimi relativi a un regime di responsabilità estesa del produttore, che preveda di ricompensare i produttori che commercializzano prodotti più verdi e ne incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita.
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