Quasi metà delle quote immesse nel mercato del carbonio dal 2021 saranno gratis. Così le grandi imprese inquinanti possono dormire sonni tranquilli
(Rinnovabili.it) – Verrà un po’ accorciata la lista degli aventi diritto, i prezzi saranno un po’ più alti, ma per l’Unione Europea continuerà a elargire quote gratis alle industrie più inquinanti. La riforma del mercato del carbonio, a detta degli ambientalisti, parte con il piede sbagliato.
I piani includono garanzie per la competitività internazionale delle industrie ad alta intensità energetica, che in pratica significa la garanzia, a 177 aziende, di inquinare indisturbate per altri 10 anni. Circa 50 settori, tra cui tutte le principali attività industriali, continueranno a ricevere quote gratuite dal 2021, per evitare il rischio di carbon leakage, cioè il trasferimento del business da parte delle imprese in Stati con minori restrizioni. Produttori di acciaio, l’alluminio, chimica, carta, fertilizzanti, calce e vetro possono dunque fugare ogni preoccupazione, perché rientrano fra i destinatari della prossima tranche di quote di carbonio. Soltanto 100 aziende resteranno fuori dalle assegnazioni gratuite. È vero, servono ancora dei passaggi legislativi per l’approvazione: Parlamento Europeo e Consiglio devono esprimersi. Ma non è detto che apporteranno grandi cambiamenti all’impianto della riforma.
Il sistema di scambio delle emissioni europeo è in vigore dal 2005, e non ha mai funzionato. La fiducia che il mercato sarebbe stato capace di autoregolarsi virtuosamente ha portato una spirale di ribassi del prezzo del carbonio fino a che non si è attestato sui 7 euro a tonnellata.
La Commissione ha dovuto rimettere mano alla legislazione del settore, pressata anche dagli obiettivi climatici – pur conservativi – per il 2030. Con le proposte di oggi ha intenzione di ridurre il numero di quote a disposizione del sistema. Si tratta di 15.5 miliardi di quote per un valore stimato di 387.5 miliardi di euro (la Commissione confida nel prezzo di 25 euro a quota), che suddividerà così: il 57% ai governi, che le metteranno all’asta, e il 43% in regalo all’industria, utilizzabili nel mercato 2021-2030. Unica nota positiva: avranno la priorità i soggetti più efficienti.
Il numero complessivo si abbasserà progressivamente, ad un tasso del 2.2% l’anno: un po’ più rapidamente rispetto all’1.74% attuale. Secondo Bruxelles, questo dovrebbe portare a una riduzione delle emissioni al 2030 del 43% rispetto al 2005.