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Anche l’industria del rame abbraccia l’economia circolare

KME presenta il suo progetto di eco-rilancio dello stabilimento Fornaci di Barga. Sarà alimentato dagli scarti dell’industria cartaria

industria del rame

 

 

(Rinnovabili,.it) – Quanto è sostenibile oggi l‘industria del rame? Se lo si chiedesse a KMEsocietà che opera nella produzione di laminati e leghe, la risposta sarebbe decisamente positiva. Negli ultimi anni l’azienda ha migliorato l’efficienza energetica, l’uso delle risorse e la gestione dei rifiuti, dando un drastico taglio a gas serra e sprechi idrici. La dimostrazione concreta del nuovo approccio alla sostenibilità di KME si trova nello stabilimento di Fornaci di Barga. L’impianto, attivo da 102 anni, è oggi al centro di una strategia verde che abbraccia saldamente l’economia circolare. I risultati di questa strategia sono contenuti nel primo Bilancio di Sostenibilità, presentato ieri da KME. Tra il 2013 e il 2017, grazie all’efficientamento degli impianti e dei processi produttivi, l’azienda ha incrementato del 22,6% il rapporto tra consumi e produzione. Nello stesso lasso di tempo ha ridotto la quantità di materie prime, incrementando quelle da riciclo: oggi su un totale di 23.148 tonnellate di rame entrate nei forni (dato del 2017), il 69,1% è costituito da materiale proveniente da processi di recupero, e solo il 30,9% è un prodotto “vergine”. Non solo: il 76,5% dei rifiuti prodotti viene riciclato nell’industria dei laterizi o nei cementifici.

 

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I prossimi passi in programma per lo stabilimento puntano ad aumentare i volumi produttivi e a ridurre i costi energetici, favorendo nel contempo il recupero dell’occupazione con l’obiettivo ultimo di creare un vero e proprio polo di economia circolare. Per questo motivo l’azienda ha preparato progetto di rilancio del sito, avviando l’iter amministrativo e progettuale per la realizzazione di un impianto di auto-produzione di energia che si alimenterà con lo scarto della lavorazione delle industrie locali del riciclo della carta. “Il progetto – si legge in una nota stampa – rappresenta insomma un classico esempio di economia circolare: le imprese cartarie ridurranno i costi di smaltimento e KME quelli di approvvigionamento energetico gestendo correttamente un rifiuto che, invece di finire in discarica, consentirà di chiudere virtuosamente il ciclo”.

 

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