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Istat: crescono gli investimenti verdi in Italia

Dai dati diffusi dall’ISTAT emerge una crescita degli investimenti verdi nel 2016 del 2,3%, guidati soprattutto dalle piccole e medie imprese; in calo la spesa per la gestione dei rifiuti

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Componente più rilevante degli investimenti verdi quella indirizzata verso impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe

 

(Rinnovabili.it) – Gli investimenti verdi nel nostro paese sono cresciuti del 2,3% e sono stati stimati in 1.437 milioni di euro. La notizia è diffusa dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) che, basandosi su dati del 2016, ha effettuato una stima degli investimenti che le imprese industriali hanno realizzato a favore della protezione dell’ambiente e del territorio. A guidare gli investimenti in questo specifico settore sono state soprattutto le piccole e medie imprese, che hanno realizzato il 78,1% degli investimenti ambientali complessivi: quelle con 250 addetti hanno speso 1.123 milioni di euro nel 2016 (4 in meno rispetto all’anno precedente); per quelle di grandi dimensioni, invece, è stata registrata una lieve flessione del 0,4%.

 

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La componente più rilevante degli investimenti verdi è stata quella indirizzata verso impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe, per un totale di 956 milioni di euro e un’incidenza del 66,5% sul totale, nonostante siano calati di 23 milioni di euro rispetto all’anno precedente; sono cresciuti, invece, quelli collegati a tecnologie più avanzate, che ammontano a 55 milioni di euro e incidono per il 33,5% sul totale degli investimenti effettuati. Il 39% della spesa è stato destinato ad attività di protezione e recupero del suolo e delle acque superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e a quella dalle radiazioni, e alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente. In calo, invece, la spesa per la gestione dei rifiuti, che nel 2016 è diminuita di 5,7 punti percentuali.

 

Andando a vedere quanto registrato nell’industria manifatturiera, l’analisi dell’ISTAT evidenzia una maggiore differenziazione settoriale negli investimenti per la tutela ambientale; nella manifattura il 50% della spesa proviene dalla fabbricazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, per il 18,4%, dalla metallurgia, per il 18,1%, e dalla fabbricazione di prodotti chimici, per il 13%.