Il Parlamento europeo ha approvato la posizione negoziale sulla nuova direttiva di responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde. Nuovi vincoli per il greenwashing e lotta all'obsolescenza programmata
(Rinnovabili.it) – Proibire l’impiego di etichette “bio”, “ecologico” o “naturale” senza prove concrete. Vietare dichiarazioni ambientali basate esclusivamente su schemi di compensazione del carbonio. Impedire ai produttori di progettare beni una durata intenzionalmente limitata. Queste alcune delle richieste dell’Europarlamento a tutela dei consumatori europei.
I deputati hanno espresso la propria posizione sulla proposta di nuova direttiva comunitaria, presentata a marzo 2022 dalla Commissione europea. Il provvedimento disciplina la “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione”. Come? Impedendo pratiche di greenwashing, di obsolescenza precoce o informazioni poco chiare e trasparenti. Rispetto alla proposta dell’Esecutivo, la plenaria di Strasburgo ha aggiunto nuove misure e richieste. A cominciare dal divieto perentorio di introdurre caratteristiche di progettazione che limitino la durata di un prodotto o che ne causino il malfunzionamento prematuro. Inoltre i fabbricati non dovrebbero essere autorizzati a limitare le funzionalità di un prodotto qualora venisse utilizzato con parti di ricambio o accessori (ad esempio caricabatterie o cartucce d’inchiostro) prodotti da altre aziende.
Ma gran parte del lavoro a tutela dei consumatori dovrà essere fatto sul fronte dell’informazione. I cittadini devono poter sapere prima di comprare un determinato bene o prodotto se esistono vincoli o problemi alla sua eventuale riparazione. A questo proposito gli europarlamentari hanno proposto un nuovo marchio di garanzia che indichi anche la durata di eventuali estensioni della copertura offerte dai produttori rispetto al minimo imposto dalla legge.
E sempre in materia di etichetta, i deputati si scagliano contro l’impiego di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutrale dal punto di vista climatico” o “ecologico” se non sono accompagnate da prove dettagliate. Non solo. Chiedono anche anche il divieto per le dichiarazioni ambientali di prodotto se basate esclusivamente su sistemi di compensazione della CO2. E che ogni dichiarazione fatta dai produttori valga per l’intero bene e non solo per una parte di esso.
“Il settore – ha commentato la relatrice Biljana Borzan (S&D, HR) al termine della votazione – non potrà più guadagnare producendo beni di consumo che si rompono a garanzia appena scaduta. I consumatori dovranno essere informati in modo chiaro delle opzioni e dei costi di riparazione. Le etichette informeranno i cittadini sui prodotti con una garanzia di durata maggiore e i fabbricanti con i prodotti più durevoli ne beneficeranno. La giungla delle false dichiarazioni ambientali finirà, dal momento che saranno consentite solo le dichiarazioni ecologiche certificate e comprovate”.