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La tentazione di Bruxelles per le compensazioni di carbonio

L’idea di riproporre i carbon offset arriva da alcuni degli ideatori dell’ETS europeo. In un report sostengono che l’Europa avrebbe solo da guadagnare. Anche per imporre standard climatici globali

Compensazioni di carbonio: i creatori dell’ETS UE le vogliono reintrodurre
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Le compensazioni di carbonio sono appoggiate anche dall’inviato dell’Onu per il clima, Mark Carney

(Rinnovabili.it) – Raddoppiare il mercato del carbonio europeo. Crearne un gemello, ma con due differenze importanti. Deve essere volontario, non obbligatorio. E focalizzato sulle compensazioni di carbonio (carbon offset), non sui permessi per inquinare. Così l’Europa attirerebbe miliardi di euro in nuovi investimenti e si manterrebbe all’avanguardia nel fissare standard climatici globali.

Il suggerimento arriva niente di meno che da due degli architetti dell’ETS europeo, Peter Vis e Jos Delbeke. Insieme ad alcuni colleghi presentano questa idea in un report intitolato What future for voluntary carbon markets? pubblicato da EUI.

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La formula delle compensazioni di carbonio si basa su un principio molto diverso da quello dell’Emission Trading Scheme europeo. Quest’ultimo è un sistema cap-and-trade, dove Bruxelles fissa un tetto (cap) alle emissioni per una serie di settori industriali e istituisce un mercato (trade) dove si possono scambiare le quote che permettono di produrre una certa quantità di gas serra. Più sale il prezzo delle quote, più per le aziende diventa conveniente investire in innovazione tecnologica e abbattere le emissioni strutturalmente e a monte.

I carbon offset, invece, non promuovono alcun cambiamento strutturale. Si basano al contrario sull’idea per cui un’azienda può continuare a emettere la stessa quantità di gas serra, e conteggiare nel suo budget di carbonio gli investimenti fatti altrove, anche in paesi terzi, che contribuiscono a tagliare emissioni.

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L’UE aveva provato in passato a integrare ETS e compensazioni di carbonio. Queste ultime però avevano distorto l’intero meccanismo. Tra i risultati attesi di un intervento di compensazione e quelli reali passava molta differenza, e soprattutto la possibilità di moltiplicare gli offset aveva azzerato il costo delle quote ETS. Così Bruxelles ha prima messo restrizioni e poi si è rassegnata a cancellare del tutto il sistema delle compensazioni di carbonio.

Il report sostiene che si possono correggere queste storture. L’Europa dovrebbe reintrodurre i carbon offset “sulla base di un successo comprovato, di alta qualità e di una solida credibilità”, tutti fattori da valutare “sulla base di criteri rigorosi”. Secondo Vis, “se l’Europa vuole, potrebbe mettere in cantiere degli standard pilota di compensazione europei e successivamente internazionali, in modo da ricostruire la fede nel meccanismo”. Una posizione che si inserisce nel solco di un vero e proprio ritorno di fiamma per i mercati del carbonio volontari. A gennaio ci aveva pensato il nuovo inviato speciale dell’Onu per il clima, Mark Carney, a rimettere il tema in agenda. Carney pianifica un’espansione senza precedenti di questo mercato: nella visione dell’ex governatore della Banca d’Inghilterra poi passato alle Nazioni Unite, può lievitare fino a volumi di 50-100 miliardi di dollari l’anno a livello globale.