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Il mercato dei carbon offset deve puntare sulla lotta alla deforestazione

Il grosso dei progetti in cui le aziende investono è su piccola scala e riguarda la riforestazione. Così è più facile quantificare la CO2 compensata, ma non si rafforzano davvero gli ecosistemi

Carbon offset: il programma ETS della California è gonfiato
Foto di Andreas Riedelmeier da Pixabay

Il rapporto dell’ong Emergent sul mercato dei carbon offset

(Rinnovabili.it) – Il mercato delle compensazioni di carbonio sta crescendo rapidamente man mano che i paesi fissano obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni. E le aziende hanno sempre più interesse ad accaparrarsi crediti che valgono come carbon offset. Ma le strategie per ribilanciare le emissioni prodotte sul versante corporate non sono tutte uguali. Lo spiega bene un rapporto della Ong statunitense Emergent, intitolato “Why large-scale forest protection must urgently be part of corporate climate mitigation strategies”.

In base alla logica del carbon offset, un’azienda finanzia progetti che tutelano e rafforzano determinati ecosistemi, che sono così in grado di assorbire più CO2. E ottiene in cambio un certificato che quantifica l’anidride carbonica compensata, lasciando l’azienda è libera di emettere quella stessa quantità di CO2.

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Solitamente, le aziende decidono di investire in progetti su piccola scala che consistono quasi sempre in riforestazione. Piantare nuovi alberi, e in un’area specifica, consente di calcolare con più precisione l’impatto sul budget di carbonio. Il problema, sottolinea la Ong, è che l’impatto di questi progetti sugli ecosistemi è molto contenuto. Che fare? Molto meglio investire gli stessi soldi in progetti di contrasto alla deforestazione, e su vasta scala quindi a regia governativa.

“Ogni 15 minuti il mondo perde un’area di foresta tropicale pari alle dimensioni del Central Park di New York. Questa distruzione emette 100.000 tonnellate di CO2 equivalente, che non possono essere facilmente recuperate: cercare di sequestrare questo carbonio in un anno richiederebbe la piantumazione di una foresta cinquanta volte superiore a quella persa”, ricorda Emergent. “Ci sono validi motivi per dare priorità alla protezione delle foreste nel prossimo decennio, poiché la protezione delle foreste è un modo più rapido, più scalabile e meno costoso di ridurre i livelli di carbonio nell’atmosfera rispetto a qualsiasi altra alternativa”.

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Il rapporto quindi suggerisce di creare dei programmi di protezione delle foreste “su scala giurisdizionale”, quindi con un intervento statale, e di prevedere che le quote di carbon offset siano legate ad attività nel solco di questi programmi. In questo modo il settore privato andrebbe a sostenere “lo sforzo globale per combattere il cambiamento climatico, affrontare la perdita di biodiversità e sostenere le popolazioni indigene e le comunità locali”.