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I posti di lavoro nelle energie rinnovabili superano gli 11 mln

Il rapporto annuale di IRENA sul dato occupazionale conferma il trend di crescita a lungo termine. Il fotovoltaico il settore con il maggior numero di lavoratori, l'Asia la regione che racchiude oltre la metà dei green job

posti di lavoro nelle energie rinnovabili
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Il 32% dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili è “rosa”

(Rinnovabili.it) – I posti di lavoro nelle energie rinnovabili continuano a crescere a livello mondiale, ridisegnando la geografia dei green job. Secondo l’analisi annuale di IRENA (International Renewable Energy Agency), l’energia pulita ha tagliato un nuovo traguardo raggiungendo gli 11,5 milioni di occupati a livello globale. Il dato, va sottolineato, si riferisce al 2019, in un momento ben lontano dalla crisi planetaria del COVID-19 e dai suoi effetti sull’economia. Oggi sappiamo che le fonti verdi hanno tenuto meglio di altre durante emergenza, ma difficilmente il 2020 potrà uguagliare i record 2019 e i 200 GW installati nel mondo. Nonostante ciò il dato occupazionale dello scorso anno fornisce informazioni importanti.

A partire da quelle sulla distribuzione geografica dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili. L’Asia si conferma la prima regione per green job, con ben il 63 per cento di tutti gli occupati nell’energia pulita. Ma il più lo fa la Cina a cui spetta da sola il 38 per cento di questo mercato. 

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Il report analizza i trend di ogni segmento rivelando come il fotovoltaico sia il principale datore di lavoro, con 3,8 milioni di occupati sugli 11,5 totali. Segue il comparto dei biocarburanti liquidi (2,4 milioni), l’idroelettrico (1,9 milioni), l’eolico (1,1 milione) e il solare termico (823mila). Altro dato interessante, i green job hanno mostrato una maggiore inclusione e un migliore equilibrio di genere rispetto ai combustibili fossili. Il rapporto evidenzia che nel 2019 le donne occupavano il 32 per cento del totale dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili, contro il 21 per cento nei settori dei combustibili fossili.

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“L’energia rinnovabile, ora predominante nella nuova capacità elettrica, si è dimostrata particolarmente flessibile, conveniente e resiliente di fronte alla crisi sanitaria ed economica del 2020”, spiega il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera. “Se i paesi si concentreranno ora sulla sovra alimentazione della transizione energetica, sarà possibile ottenere molti altri vantaggi di questo tipo. L’agenda post-COVID proposta dall’Agenzia creerebbe circa 5,5 milioni di posti di lavoro legati alla transizione nei prossimi tre anni, portando il totale a quasi 30 milioni a livello globale entro il 2030 e aprendo la strada alla resilienza a lungo termine, allo sviluppo e all’uguaglianza”.