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Goldman Sachs, stop agli investimenti nei combustibili fossili: Artico troppo costoso

La banca d'affari promette 750 miliardi di finanziamenti “a servizio della transizione climatica e della crescita inclusiva”. Ma non è tutto verde come sembra.

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Di OriezOpera propria, Pubblico dominio, Collegamento

La banca simbolo di Wall Street frena sugli investimenti nei combustibili fossili. Stop ai progetti di esplorazione e sviluppo di campi petroliferi in Artico

(Rinnovabili.it) – Nell’aggiornamento sulle prassi relative i temi ambientali, Goldman Sachs ha siglato il proprio impegno nella diminuzione dei propri investimenti destinati al supporto di nuove miniere di carbone e di altri progetti di esplorazione e sviluppo di campi petroliferi in Artico. Come riportato da Bloomberg, nel prossimo decennio la banca americana ha posto infatti l’obiettivo di 750 miliardi di finanziamenti “a servizio della transizione climatica e della crescita inclusiva”. In un comunicato diffuso domenica, Goldman Sachs ha “riconosciuto il consenso della comunità scientifica sulle cause della crisi climatica”, promettendo inoltre di impegnarsi per aiutare i propri clienti a valutare l’impatto ambientale degli investimenti. 

Trattandosi della prima banca negli USA ad essersi imposta un limite del genere nel settore dei combustibili fossili, la notizia è stata accolta con favore dai diversi gruppi ambientalisti, tra cui Rainforest Action Network e il Sierra Club che, come riportato dall’agenzia Usa, ne hanno sottolineato il peso a livello globale.

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Non si tratta di un vero e proprio addio all’energia fossile, però. L’istituto ha aggiunto che “il mondo continuerà a produrre combustibili, aeroplani, automobili e beni industriali a base fossile” e che pertanto Goldman “continuerà a supportare i propri clienti nella transazione e nelle proprie attività economiche”.

Ciò lascia la porta aperta a possibili “scappatoie” o rimaneggiamenti. Come riportato dal The Guardian, la decisione di non investire più nel settore nella regione artica in particolare non avrebbe nulla a che fare con le preoccupazioni ambientaliste millantate dall’annuncio. Già nel 2017 – riporta infatti il quotidiano inglese – uno degli esperti di risorse naturali della banca aveva evidenziato la maggior convenienza nell’investire in giacimenti petroliferi del Texas e del New Mexico, dove l’estrazione di petrolio è meno costosa e più semplice.

In ogni caso- va ricordato – la notizia arriva poche settimane dopo a quella diffusa in novembre dalla Banca Europea per gli Investimenti, anch’essa intenzionata – entro la fine del 2021 – ad eliminare qualsiasi finanziamento ai combustibili fossili.

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