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La tassonomia verde UE è troppo verde

Vogliono il gas reintegrato come energia di transizione. E la possibilità di produrre idrogeno anche non da fonti rinnovabili. La Commissione prepara un nuovo testo

Tassonomia verde UE: 10 paesi preparano il veto
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10 paesi soprattutto dall’est Europa sul piede di guerra

(Rinnovabili.it) – E’ una gestazione senza fine, quella del pacchetto di misure di Bruxelles per la nuova tassonomia verde UE. Di ufficiale, ormai, c’è solo la sua scomparsa. Il provvedimento che regola che cosa l’Unione considera un investimento sostenibile – e quindi finanziabile con soldi pubblici – doveva vedere la luce in queste settimane. Ma la Commissione fa mielina sulla reale tabella di marcia. Che è presa in ostaggio da 10 paesi decisi a strappare condizioni più vantaggiose agitando lo spettro del veto.

L’annuncio con la lista dei settori ‘green’ risale al 20 novembre. Da quel giorno si è aperta una fase di consultazione pubblica, chiusa il 18 dicembre. Consultazione decisamente animata, quasi 50mila i commenti ricevuti al testo. Che doveva vedere la luce, nella sua versione definitiva, il 1° di gennaio. Invece è desaparecido. E la Commissione non ha dato una nuova data.

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Colpa soltanto della montagna di commenti? Certo anche la mole di feedback – che devono essere esaminati dai tecnici dell’esecutivo europeo e, in caso, integrati nel documento – ha un suo peso. Ma non  tutto. Infatti, proprio nel giorno di chiusura della fase di consultazione, a Bruxelles è stato recapitato un dossier decisamente pesante.

Mittente: 10 paesi europei, tutt’altro che favorevoli alle nuove regole per la tassonomia verde messe in cantiere dalla Commissione von der Leyen. Si tratta di Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia. Tutti decisi a dare battaglia con l’obiettivo di mantenere il gas naturale come energia di transizione e di poter produrre idrogeno non soltanto da fonti rinnovabili.

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Non sono le uniche critiche, anche se sono le più feroci. Altri dubbi sono stati avanzati ad esempio per gli effetti possibili sulle quotazioni in borsa di aziende che si vedrebbero tagliate fuori dalla tassonomia. E quindi penalizzate immediatamente dal mercato.

Per sciogliere tutti questi nodi, l’esecutivo europeo starebbe rimettendo pesantemente mano al testo per correggere il tiro. E presentare una nuova versione aggiornata il 26 gennaio, al prossimo incontro del gruppo degli esperti sulla finanza sostenibile dove sono rappresentati tutti i paesi membri.