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A Bruxelles atterra la tassonomia verde indipendente, contro il greenwashing

Lo strumento replica la tassonomia Ue nelle parti non nocive per l'ambiente e propone criteri alternativi da seguire per le sezioni considerate insostenibili

Tassonomia verde: la Corte di giustizia UE deciderà sull’inclusione del gas
Photo by Lucas George Wendt on Unsplash

Observatory against greenwashing lancia oggi la sua tassonomia verde indipendente

(Rinnovabili.it) – Luce rossa per i criteri che non sono sostenibili secondo la scienza del clima più aggiornata. Luce gialla per quelli che andrebbero rivisti o vanno usati con qualche cautela. Luce verde per le disposizioni che non favoriscono il riscaldamento climatico. E una lista di criteri alternativi da usare. Funziona così la tassonomia verde indipendente presentata oggi da Observatory against greenwashing, una coalizione di ong ecologiste di cui fanno parte Legambiente, Transport & Environment, Wwf, Birdlife. Uno strumento con cui correggere la tassonomia verde varata da Bruxelles l’anno scorso, che include gas e nucleare. In cui 1 attività su 3, tra quelle etichettate come verdi, in realtà danneggia clima e ambiente.

“Il nostro progetto nasce dall’incapacità delle istituzioni europee di stabilire una tassonomia scientifica delle attività ecosostenibili”, si legge su greenwashed, il sito web che ospita la bussola per gli investimenti verdi alternativa a quella ufficiale. “La tassonomia basata sulla scienza intende fornire alle imprese e agli investitori una valutazione della sostenibilità ambientale basata su dati scientifici e priva di lobby”, continuano le ong.

Gli errori di Bruxelles

Il lungo braccio di ferro sulla tassonomia verde, infatti, si è concluso con la decisione di includere anche il gas fossile e l’energia dall’atomo nella lista degli investimenti considerati sostenibili dall’Ue, che quindi possono accedere a condizioni particolarmente favorevoli. Questo nonostante i pareri contrari di alcuni organismi consultivi intervenuti durante il percorso legislativo, di molti parlamentari europei e anche di diversi governi Ue.

Una scelta che, secondo le associazioni ecologiste e non solo, snatura completamente il progetto della tassonomia verde. Che ora non può più essere presentata come lo standard globale che voleva diventare, ma semmai come uno strumento con poca ambizione che vincolerà il continente a decenni di sfruttamento di fonti fossili.

Una tassonomia verde indipendente in evoluzione

“La tassonomia dell’UE è stata originariamente concepita per combattere il greenwashing, ma è invece diventata un altro strumento per ingannare i consumatori”, spiega Luca Bonaccorsi, direttore della finanza sostenibile di T&E. “Un’attività su tre che l’UE ha etichettato come verde è dannosa per il pianeta. Questo non è sufficiente. Abbiamo bisogno di una tassonomia migliore, basata sulla scienza. Ora la comunità degli investitori ce l’ha”.

La tassonomia verde indipendente continuerà a evolversi nel prossimo futuro. “Questo è solo un primo passo. In futuro, la tassonomia indipendente basata sulla scienza fornirà anche ulteriori criteri per aiutare il mercato ad anticipare i futuri aggiornamenti della tassonomia e a collegare la tassonomia con i percorsi di decarbonizzazione 2050 specifici per settore disponibili e con i contributi alla biodiversità, alla prevenzione dell’inquinamento, alla protezione delle acque e all’economia circolare”, specifica un portavoce di Observatory against greenwashing.