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Gas in tassonomia verde, anche l’EPSF boccia i nuovi criteri UE

Per la European Platform on Sustainable Finance (EPSF), un gruppo che consiglia Bruxelles in materia di finanza sostenibile, il compromesso sul testo crea enormi scappatoie per il gas: non c’è alcuna garanzia che le emissioni dei nuovi impianti scendano nel tempo

Tassonomia verde UE: pubblicato il nuovo testo
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Entro gennaio attesa la parte di tassonomia verde su gas e nucleare

(Rinnovabili.it) – Promettere che in futuro si abbatterà l’impatto climatico del gas, invece di stimare il suo impatto reale oggi, non è una buona mossa. Ma è la direzione in cui sta andando la tassonomia verde UE, che a giorni dovrebbe essere finalmente presentata dopo mesi di ritardi. È questa la critica principale contenuta nel rapporto della European Platform on Sustainable Finance (EPSF), un gruppo che consiglia Bruxelles in materia di finanza sostenibile.

“I nuovi criteri hanno dei punti deboli che li rendono poco adatti ai prodotti di finanza sostenibile”, sintetizza Nathan Fabian, che presiede l’EPSF. Il timore del gruppo, che entro questa settimana pubblicherà il rapporto di valutazione, è che il compromesso raggiunto sulla tassonomia verde UE indebolisca la sua vera missione: fornire indicazioni chiare sugli investimenti sostenibili.

La tassonomia verde UE fa parte delle misure per assicurare la transizione energetica dell’Unione Europea e definisce i criteri secondo cui le diverse fonti di energia possono essere considerate sostenibili o meno. La parte più problematica della tassonomia riguarda il gas e il nucleare, su cui c’è ancora disaccordo tra i Ventisette.

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In base ai criteri contenuti nell’ultima versione, diramata a Capodanno, investire nel gas è considerato sostenibile se gli impianti producono meno di 270 gCO2e/kWh, oppure se la media annuale di emissioni è inferiore a 550kgCO2e/kWh nell’arco di 20 anni. È proprio questo secondo criterio che finisce nel mirino dell’EPSF. Perché una volta costruito e avviato, un impianto a gas può tranquillamente evadere i limiti della tassonomia e quindi non essere più considerato sostenibile, ma aver ricevuto i finanziamenti necessari nella fase iniziale.

Giudicare la performance ambientale di una centrale a gas nell’arco di 20 anni, invece di guardare alle sue emissioni iniziali, non dà alcuna garanzia che queste emissioni scenderanno prima o poi. “Così è possibile avere emissioni molto alte all’inizio e poi semplicemente l’asset si disallinea rispetto alla tassonomia più avanti, benché operi ancora”, specifica Fabian.

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