L'Autorità bancaria europea ha pubblicato oggi la sua bozza finale di standard tecnici di attuazione che permetterà agli investitori di valutare i rischi legati ai fattori ESG di 150 grandi banche e le rispettive strategie di finanza sostenibile
(Rinnovabili.it) – Le grandi banche UE stanno aiutando il clima? E se sì, quanto e in che modo? Per rispondere a queste domande, l’Autorità bancaria europea (EBA) ha preparato dei nuovi standard che permetteranno di raccogliere informazioni comparabili sulle esposizioni, i rischi e le strategie ESG delle principali istituzioni bancarie europee. A comunicarlo è la stessa agenzia pubblicando la bozza di norme tecniche di attuazione (ITS) sull’informativa di terzo pilastro relativa ai rischi ambientali, sociali e di governance.
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“La divulgazione di informazioni sui rischi ESG è uno strumento fondamentale per promuovere la disciplina di mercato, consentendo alle parti interessate di valutare i rischi delle banche e la strategia di finanza sostenibile”, spiega l’Autorità in una nota stampa. Il pacchetto ITS […] aiuterà a colmare le carenze delle attuali informative ESG degli enti a livello UE stabilendo requisiti obbligatori e coerenti”. Stabilendo anche le migliori pratiche a livello internazionale.
Nel dettaglio il testo presenta disclosure comparabili per mostrare come il cambiamento climatico possa esacerbare precisi rischi all’interno dei bilanci degli enti, come questi stiano attenuando tali rischi e i loro rapporti, compreso il nuovo green asset ratio (GAR), sulle esposizioni che finanziano attività allineate alla tassonomia, come quelle coerenti con gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Se approvate, a partire dal 2023, 150 grandi banche europee dovranno rivelare la propria esposizione ad attività ad alta intensità di carbonio o gli asset a rischio di fenomeni come inondazioni e incendi legati al climate change. Dovranno anche fornire dettagli sulla loro esposizione ai clienti nel settore dei combustibili fossili.
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L’EBA ha affermato che i nuovi modelli copriranno i libri bancari di base che includono i prestiti. Scarta invece l’idea iniziale di includere anche le attività del portafoglio di negoziazione come azioni e obbligazioni. Per il via libero definitivo si dovrà però attendere l’approvazione finale da parte della Commissione europea.