Un rapporto commissionato dall’ONU nel 2022 stimava che per coprire i loss & damage sarebbero serviti 150-300 mld $ l’anno entro fine decennio. La commissione incaricata di stilare le regole del nuovo Fondo approvato alla Cop27 inizia fissando un target ben più contenuto
Il Fondo perdite e danni dovrebbe diventare operativo alla Cop28 di Dubai a dicembre
(Rinnovabili.it) – A 9 mesi dalla Cop27 di Sharm el-Sheikh, la commissione incaricata di creare il nuovo Fondo perdite e danni ha partorito il numero più importante di tutti. Almeno 100 miliardi di dollari l’anno. Cifra da raggiungere entro il 2030. È questa la richiesta (provvisoria) per affrontare le perdite e i danni generati dalla crisi climatica nei paesi più poveri e in via di sviluppo. Denaro che, come accade già per lo strumento per la finanza climatica creato nel 2009, dovrà provenire dai paesi con le economie più avanzate. Che per le regole della Convenzione quadro dell’ONU sul cambiamento climatico, scritte all’inizio degli anni ’90, corrispondono sostanzialmente con quello che chiamiamo Occidente.
A cosa punta il nuovo Fondo perdite e danni?
I 14 membri della commissione, chiamati a dare seguito alla storica decisione dell’ultima Cop di creare un meccanismo di supporto per i cosiddetti loss & damage, hanno reso pubblica la versione preliminare del documento che contiene gli obiettivi e le regole del Fondo perdite e danni e che dovrà essere approvato fra 3 mesi alla Cop28 di Dubai.
Leggi anche Guida completa alla Cop28 di Dubai
“Il Fondo dovrebbe essere in grado di programmare almeno 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2030”, si legge al punto 23 del documento. Il valore “dovrebbe potenzialmente aumentare” e “non è inteso come un massimale ma piuttosto come un impegno minimo”, specificano gli estensori. C’è poi una frase importante, che probabilmente farà molto discutere a Dubai: “Il Fondo dovrebbe essere pronto ad adattarsi alle nuove realtà del cambiamento climatico con la traiettoria crescente di perdite e danni”. Si chiede, in buona sostanza, di incorporare nel Fondo un meccanismo per rivedere al rialzo l’obiettivo in modo coerente con l’andamento della crisi climatica.
Come è stata calcolata la cifra di 100 mld $? Lo spiega in una nota il documento. Deriva dalle stime contenute in un rapporto dell’Independent High-Level Expert Group on Climate Finance, un gruppo di esperti indipendenti che hanno pubblicato nel novembre del 2022 uno studio commissionato dall’ONU su come adeguare la finanza per il clima alla nuova realtà del climate change. L’obiettivo precedente – 100 mld $ l’anno entro il 2020 per mitigazione e adattamento – è considerato troppo basso, ormai completamente superato dal livello di riscaldamento globale raggiunto, oltre che disallineato dalle reali necessità dei paesi che ricevono i fondi (che alimentano soprattutto interventi di mitigazione, utili per i paesi donatori, invece di quelli per l’adattamento, cruciali per i paesi riceventi). In quello studio, si stima che per perdite e danni potrebbero servire tra i 150 e i 300 mld $ l’anno entro il 2030 per far fronte alle necessità immediate e alla ricostruzione.