L’iniziativa di Londra al summit sul clima voluto da Biden in concomitanza con la Giornata della Terra. Ancora in discussione i dettagli, di certo c’è solo l’impegno degli istituti alla neutralità climatica entro metà secolo
Saranno circa 30 le banche che si impegneranno il 22 aprile per la finanza sostenibile
(Rinnovabili.it) – La Gran Bretagna accelera sulla finanza sostenibile in vista della COP26 del prossimo novembre. Lo fa con un’iniziativa che vedrà la luce tra 10 giorni, il 22 aprile, al summit internazionale sul clima voluto dall’amministrazione Biden per lanciare la volata all’appuntamento di Glasgow in autunno. Si chiamerà Glasgow Finance Alliance for Net Zero e riunirà 30 fra le maggiori banche al mondo.
L’obiettivo principale è quello di catalizzare l’azione climatica e dare la scossa alla finanza sostenibile. Secondo le prime indiscrezioni che stanno iniziando a filtrare, il gruppo dovrebbe includere una trentina di istituti di credito europei e americani, tra cui probabilmente Citigroup, Barclays e HSBC. La chiave di volta dell’alleanza è la promessa di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
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Cosa esattamente farà questa Glasgow Finance Alliance for Net Zero, è ancora da decidere. Dietro le quinte del summit le negoziazioni sono ancora in corso. Le banche sicuramente si impegneranno ad eliminare le emissioni dai propri portafogli. Obiettivo minimo su cui c’è poco da discutere. Ma non tutti gli istituti sono d’accordo con altre possibili misure. Ad esempio, l’estensione della neutralità climatica anche ad attività centrali per ogni banca d’investimento come l’underwriting, cioè l’assistenza all’emissione di azioni e obbligazioni. Altro punto dove manca un accordo per il momento è come conteggiare le emissioni delle compagnie dell’oil&gas.
Negli ultimi mesi c’è stato molto movimento sul fronte della finanza sostenibile. Lo scossone più forte l’ha dato il colosso degli investimenti Blackrock. La società gestisce un portafogli enorme, almeno 9mila miliardi di dollari, e a febbraio ha dettato nuove condizioni per le compagnie in cui ha investito. Queste dovrebbero rendere pubblici i dati sulle emissioni legate alle loro attività. Nello specifico quelle di Scope 1 e 2, quindi le emissioni direttamente collegate alle operazioni e quelle che scaturiscono dall’energia che comprano. Ma non solo: il colosso finanziario si aspetta anche che le compagnie fossili preparino piani adeguati per la riduzione delle emissioni di gas serra, e che stilino una roadmap verso la neutralità di carbonio.
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Blackrock non è stata l’unica a smuovere le acque, altri soggetti si sono mossi più o meno nella stessa direzione. Anche se a volte i piani annunciati mancano di dettagli e non hanno una pianificazione minuziosa. Fatto che lascia sospettare una corsa a dichiarare la neutralità climatica senza però fare sul serio, una nuova versione del greenwashing per il mondo del credito e della finanza.