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Finanza sostenibile: cresce, ma occorre educare di più i risparmiatori 

Finanza sostenibile: investimenti a quota 1800mld nel 2017, ma occorre educare di più i risparmiatori 

 

 

(Rinnovabili.it) – Il 2018 è stato un anno di svolta per il mercato dell’investimento sostenibile e responsabile. Gli investimenti in finanza sostenibile, attuati prevalentemente da investitori istituzionali  – soprattutto  compagnie assicuratrici e operatori previdenziali -,  sono ammontati complessivamente nel 2017 a oltre 1500 miliardi di euro. L’intero settore della SRI (Sustainable and Responsible Investment) è in forte ascesa, e questo lascia ben sperare per il pianeta e la collettività. Tuttavia, sottolinea il presidente del Forum della Finanza Sostenibile, Pietro Negri, occorre promuovere una maggior educazione  finanziaria sui temi della sostenibilità, quando ci si rivolge ai singoli risparmiatori. Al termine della Settimana SRI, che si è svolta  dal 13 al 22 novembre tra Roma e Milano,  promossa e organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile, i risultati di adesione del pubblico sono stati molto incoraggianti. Francesco Bicciato, Segretario generale del Forum della Finanza Sostenibile ha sottolineato come le tredici conferenze realizzate durante la settimana edizione della Settimana SRI, consentano di tracciare oggi un bilancio straordinario. “Lo scorso anno – ha dichiarato a Rinnovabili.it, – avevamo raggiunto le oltre mille 500 presenze e lo ritenevamo un successo. Quest’anno abbiamo registrato l’overbooking per tutti gli eventi e questo è un indicatore molto importante, di una sempre accresciuta sensibilità sul tema, con pubblici di base che cambiano nel tempo, diversificandosi sempre più”. Se, nell’attuale momento storico di incertezza economica, anche strumenti finanziari di investimento tradizionali e sicuri come i Btp, non attirano come in passato l’interesse dei singoli risparmiatori e dei grandi investitori, risulta tuttavia ampliarsi rapidamente la platea degli investitori, specie i grandi, in finanza sostenibile e d’impatto. E’ un segno della più diffusa sensibilità dei risparmiatori sulle tematiche  di salvaguardia  del pianeta e crescita sostenibile?- chiediamo. “ E’ un ragionamento che ha fondatezza – risponde Bicciato. Il Forum della Sostenibilità lavora da diciotto anni su questi temi e l’aspetto della CSR – Corporate Social Responsibility oltre a una miglior reputazione dell’azienda, viene valutata attentamente in considerazione dei minori rischi che questa genera sia per l’impatto sociale, sia per l’ambiente. In sostanza – aggiunge Bicciato – anche in un difficile contesto economico finanziario registriamo tassi di crescita molto elevati con dati estremamente interessanti dal punto di vista qualitativo”.

 

Il Forum della Finanza Sostenibile monitora queste nuove tendenze e i nuovi comportamenti di investimento con il supporto di esperti e studiosi, ed è proprio grazie al network con quattordici  università, da cui è nata l’Accademia della Finanza Sostenibile, che è possibile  avere riscontro scientifico del trend in atto e presentare i risultati, come è accaduto all’Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano che ha registrato un record di presenze durante la Settimana SRI”.   Se dunque crescono le masse gestite secondo le strategie SRI e aumentano i soggetti finanziari interessati a integrare i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (o ESG, da Environmental, Social and Governance) nelle scelte d’investimento, dagli studi emerge che chi investe maggiormente in finanza d’impatto porta a casa risultati economici migliori. Si sta facendo progressivamente strada –  sottolinea Bicciato “un reale cambiamento del processo di sviluppo”. Come aveva già sottolineato Davide Dal Maso, presidente di Avanzi e co-fondatore del Forum della Finanza Sostenibile, in occasione di uno dei tredici eventi della Settimana SRI, dedicato al patto  vincente fra economia circolare e finanza sostenibile nell’agrifood,  il 2018 è stato caratterizzato da importanti interventi di policy in ambito europeo: dal Final Report dell’High-Level Expert Group on Sustainable Finance, all’Action Plan della Commissione Europea “Financing Sustainable Growth”, passando per la risoluzione del Parlamento UE. Per raggiungere tutti i goal prefissati, a Bruxelles un gruppo di tecnici nominati dalla Commissione – il Technical Expert Group on Sustainable Finance –, sta lavorando con l’obiettivo di mettere a fuoco  interventi  e condizioni che risulteranno cruciali per lo sviluppo del mercato della finanza d’impatto: tassonomia SRI, standard europei per i green bond, benchmark low-carbon e, ultimo ma non ultimo per importanza, il miglioramento dei requisiti per la rendicontazione non finanziaria delle imprese.

 

Pietro Negri
Pietro Negri

La strada verso investimenti responsabili e di impatto, inserendo anche il rischio connesso ai cambiamenti climatici nelle scelte di portafoglio degli investitori istituzionali è dunque tracciata e si sta facendo largo. Un segno dei tempi che vanno in questa direzione è senz’altro rappresentato dal recente regolamento, varato nello scorso luglio, dell’Istituto per la Vigilanza delle Imprese e dei gruppi assicurativiIVASS –  sulla governance delle imprese assicuratrici, che prescrive ai CdA di individuare, analizzare e gestire i rischi di sostenibilità socio-ambientale nelle proprie valutazioni strategiche. Il tema dunque è caldo ed è destinato ad essere progressivamente recepito  dai vari ambiti produttivi. A tracciare il report aggiornato a livello europeo, si è svolto oggi a Bruxelles l’evento di  lancio dell’European SRI Study 2018, la ricerca  biennale sul mercato europeo della finanza sostenibile   promossa e coordinata da Eurosif – l’associazione che promuove la pratica dell’investimento sostenibile in Europa e raggruppa i Forum europei della Finanza Sostenibile, in collaborazione con l’università di Anversa. Già in occasione della Settimana SRI erano stati anticipati alcuni dati sul mercato italiano della finanza sostenibile, raccolti nell’ambito del Rapporto Europeo SRI Study 2018. Da questo emerge una partecipazione incrementata considerevolmente degli investitori italiani, all’European SRI Study 2018, che testimonia un crescente interesse per le pratiche SRI. Allo stesso tempo, cresce la propensione dei piccoli investitori all’acquisto di prodotti SRI. Quali sono i settori che attirano maggiormente gli investimenti? Tutte le 7 strategie individuate dall’Eurosif hanno registrato  negli ultimi due anni una forte crescita, ma tra queste alcune si rivelano più attrattive, come le strategie  denominate “Esclusion ed Engagement”. La prima esclude investimenti in settori come gioco d’azzardo, armi e tabacco. In Esclusion la massa investita ha superato i  1500 miliardi di euro, triplicando il suo volume rispetto al 2015. L’Engagement è la strategia operata da investitori che votano all’assemblea degli azionisti e sono impegnati nella condivisione dei temi ambientali e sostenibili con l’azienda, con investimenti impennati del 213% rispetto al 2015, a quota 135 miliardi di euro.

 

Anche la strategia Impact Investing, ovvero investimenti con un impatto sociale e ambientale positivo sono passati da 2,9 miliardi di euro nel 2015 a circa 52 miliardi di euro nel 2017, mentre i Tematic Found, gli investimenti tematici, focalizzati su un aspetto particolare della sostenibilità, sono passati  da oltre 2 miliardi nel 2015 a circa 53 miliardi nel 2017. Raggiunto a Bruxelles da Rinnovabili.it, durante i lavori dell’Eurosif, il presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, Pietro Negri, ha dichiarato: “I risultati emersi dall’edizione 2018 dello Studio Eurosif testimoniano che l’integrazione dei criteri ESG è una pratica sempre più diffusa e generalizzata tra gli operatori finanziari di tutti i settori. Confermano questa tendenza i dati sul mercato italiano, in solida crescita e ormai tra i principali in Europa. Siamo lieti di aver condiviso questi risultati così significativi con la comunità finanziaria italiana in occasione di un convegno della Settimana SRI, che ha avuto una grande partecipazione”. Tuttavia, ha aggiunto Negri, “nonostante la crescita del mercato SRI, dalle nostre analisi della componente retail (dei singoli risparmiatori) emerge la necessità di promuovere una maggior educazione finanziaria sui temi della sostenibilità. Proprio a questo scopo, nel corso della Settimana SRI abbiamo promosso una rassegna di eventi culturali per avvicinare il grande pubblico ai temi complessi della finanza e della sostenibilità”.