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Economia post-covid: il sistema deve cambiare radicalmente

Una nuova ricerca dell’Università del Surrey, mostra come oggi la sfida sia mettere in atto una modifica profonda del sistema, non il ritornare al pre pandemia

Economia post-covid
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La ripresa nel post-covid sarà lenta e i periodi di instabilità prolungati: la pandemia dovrà spingere il sistema economico a un cambiamento profondo, verso un mondo post-crescita 

(Rinnovabili.it) – I tassi di crescita degli stati membri dell’OCSE sono in declino dagli anni ’70 a causa di fenomeno noto come “stagnazione secolare”. La crescita media del prodotto interno lordo (PIL) pro capite è scesa da oltre il 4% di metà degli anni ’60, a poco più dell’1% negli anni pre-pandemici. Un dato che è destinato a mutare ancora. Le previsioni sul PIL globale post-covid del Fondo monetario internazionale prospettano, infatti, una vera e propria recessione: solo nel 2020 il PIL diminuirà del 5% nei paesi del primo mondo e si contrarrà di circa il 3% anche nelle economie emergenti e in via di sviluppo.

Tuttavia, attualmente la comprensione di come questa variabilità del PIL sia cambiata nel tempo e la sua importanza per le tendenze a lungo termine è abbastanza limitata.

A cercare di fare chiarezza è oggi un nuovo studio dell’Università del Surrey che ha utilizzato gli indicatori di rallentamento critico (CSD) sviluppati dalla fisica statistica per analizzare la variabilità del tasso di crescita economica e il ristagno secolare nei dati storici del PIL. La CSD suggerisce che quando un sistema dinamico e chiuso è vicino al punto di rottura, la sua capacità di recupero diminuisce. Le forze interne di stabilizzazione del sistema si indeboliscono e così l’equilibrio diventa precario, portando a fluttuazioni sempre più profonde, pronunciate e prolungate. 

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La ricerca, pubblicata su Nature, sottolinea come molte delle principali economie mondiali stessero vivendo dei cicli di recessione anche prima della pandemia, con una crescita molto lenta che suggeriva già un rallentamento critico del sistema economico. Nel post-covid, il recupero potrebbe quindi essere uno dei più deboli e instabili della nostra storia.

L’economia globale sta affrontando una delle più grandi recessioni dopo la Grande Depressione negli anni ’30”, sottolinea Tim Jackson, direttore del CUSP, che spiega come la sospensione economica per prevenire la diffusione di COVID-19 sia stata la decisione giusta. “Cercare di forzare ora il nostro ritorno alla crescita economica sarebbe sbagliato. Un mondo post-crescita è già la nuova normalità”. Per il gruppo di ricerca quindi i modelli economici a cui siamo abituati stavano già fallendo da decenni, ed è tempo di ripensarli. “La sfida è enorme – conclude Jackson -, ma lo è anche il premio. La teoria CSD suggerisce che un sistema economico resiliente e sostenibile in grado di proteggere la salute delle persone e del pianeta è ora comprensibile per tutti noi”.

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