I Paesi sviluppati vorrebbero creare una sorta di "cassetta degli attrezzi" che aiuti lo sviluppo di standard tecnici e best parcties per la definizione di nuove regole di trading a sostegno d'un mercato del carbonio globale
Attualmente oltre 40 nazioni, tra cui Nuova Zelanda e gli Stati membri dell’Unione europea, hanno avviato, o stanno per farlo, dei “CO2 market” per contribuire a ridurre la produzione di gas climalteranti attraverso l’imposizione di un prezzo sulle emissioni di biossido di carbonio. Dal momento che ognuno di questi sistemi segue schemi e regole differenti, i governi hanno proposto di lanciare un framework che li riunisca in una singola piattaforma volontaria al fine di condividere le idee e preparare il terreno per un eventuale mercato globale. “Questi mercati sono di vitale importanza … e non è prematuro discuterne. E’ più che opportuno pensare adesso, prima del 2015, a come gestire la loro intersezione”, ha spiegato il delegato neozelandese Jo Tyndall, aggiungendo c’è stato un chiaro legame tra i mercati del carbonio e canalizzazione della finanza climatica verso i paesi poveri. Tyndall ha spiegato che la piattaforma sarà una sorta di “cassetta degli attrezzi” che fornirà una varietà di strumenti per sviluppare standard tecnici e le migliori prassi per la definizione di nuove regole di trading a sostegno un mercato globale.