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Nasce il più grande mercato del carbonio al mondo

Il mercato del carbonio cinese coprirà soltanto il settore della produzione di energia, che comunque rappresenta il 46% delle emissioni di CO2

mercato del carbonio

 

L’UE si congratula con la Cina per il nuovo mercato del carbonio

 

(Rinnovabili.it) – La Cina ha lanciato ieri quello che diventerà il più grande mercato del carbonio del mondo, superando di gran lunga quello che attualmente detiene il primato, cioè il meccanismo di scambio delle emissioni europeo (EU ETS). Lo schema fa parte di una serie di importanti politiche che il paese sta mettendo in campo per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2030.

Il sistema di scambio delle emissioni cinese coprirà soltanto il settore della produzione di energia, che comunque rappresenta il 46% delle emissioni di CO2 del dragone. Oggi la Cina è il più grande inquinatore del mondo, responsabile di un quarto delle emissioni globali. Secondo il China Carbon Forum, le 1.700 strutture inizialmente coperte dal meccanismo finanziario sono responsabili di 3.500 milioni di tonnellate di CO2 (il 33,9% del totale nazionale). In confronto, il sistema europeo è ben più ridotto, coprendo 1.939 Mton di CO2 emessi dai diversi comparti, che vanno dalla produzione elettrica all’industria pesante.

Nel 2016, la Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme ha dichiarato che intende estendere il mercato del carbonio ad altri settori, da quello petrolchimico alle industrie di prodotti chimici, materiali da costruzione, acciaio, metalli non ferrosi, carta e aviazione, coinvolgendo a regime un totale di 6.000 aziende.

 

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I mercati pilota testati finora dalla Cina in alcune provincie dal 2011, hanno visto emergere gli stessi problemi che rendono inefficace il meccanismo europeo: troppi permessi di emissione gratuiti e conseguenti prezzi della tonnellata di CO2 eccessivamente bassi (circa 4 euro), che non invogliano le imprese a ridurre l’impronta ecologica. La speranza è che il nuovo sistema di scambio delle quote porti ad un innalzamento del prezzo fino a 25-40 euro, stimolando gli investimenti delle aziende più inquinanti in tecnologie a basso impatto.

La mossa cinese è piaciuta all’Unione Europea, che con il Commissario per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Cañete ha dichiarato: «Mentre il governo degli Stati Uniti gira le spalle alla lotta contro il cambiamento climatico, la Cina, l’UE e molti altri si stanno avvicinando». L’intento di Bruxelles è collegare i mercati del carbonio nel futuro, nella speranza di coinvolgere tanti paesi nella riduzione delle emissioni tramite la finanza. Ma finora i risultati non ci sono stati, e anche la riforma dell’ETS concordata dai paesi dell’Unione ha fallito il suo obiettivo: concederà permessi di emissione gratuiti ai paesi ad alta intensità energetica anche dopo il 2020, rendendo impossibile risolvere il problema dei prezzi bassi alla tonnellata.