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Brunello Cucinelli, imprenditore con la sostenibilità nell’anima

Brunello Cucinelli è un imprenditore illuminato che mette in sinergia le tre dimensioni della sostenibilità. Ha ricevuto il dottorato honoris causa in Management, Banking and Commodity Sciences dalla Sapienza di Roma “per aver saputo coniugare una storia imprenditoriale di successo con il rispetto della vocazione del territorio e dei valori sociali, dando vita a un nuovo umanesimo dell’impresa”

Brunello Cucinelli,

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Di famiglia contadina, Brunello Cucinelli viene dalla provincia di Perugia. Terra incantevole l’Umbria, luogo ideale per coltivare i sogni e trasformarli in realtà, con la tipica concretezza che viene dalla terra.

In armonia con il Creato

Brunello Cucinelli ha realizzato il suo sogno, quello di diventare un imprenditore illuminato, o meglio un imprenditore umanista. Quando a 25 anni ha iniziato a lavorare con cachemire voleva creare un’impresa che facesse il giusto profitto ma che vivesse in armonia con il Creato, dove gli uomini potessero lavorare in luogo che facesse bene all’anima.

L’Università Sapienza di Roma ha assegnato a Brunello Cucinelli il dottorato di ricerca honoris causa in Management, Banking and Commodity Sciences “per aver saputo coniugare una storia imprenditoriale di successo con il rispetto della vocazione del territorio e dei valori sociali, dando vita a un nuovo umanesimo dell’impresa”.

Un imprenditore che dovrebbe essere fonte di ispirazione, come sottolinea la rettrice Antonella Polimeni: «Offre lavoro nel rispetto della dignità morale ed economica dei ruoli. Con Cucinelli l’impresa è uno strumento per generare profitto ma anche un modello di capitalismo che mette al centro la persona e la sua valorizzazione.

Capitalismo umanistico

Un capitalismo umanistico fondato su imprese che fanno proprie delle regole etiche e conseguono profitto per realizzare iniziative che migliorano le condizioni delle persone (servizi, scuole, beni artistici e culturali)».

Polimeni ha ricordato i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti da Cucinelli. Nel 2017 ha ricevuto il Global Economy Prize come “mercante onorevole per un lavoro che crea profitti ma è rispettoso della dignità morale ed economica dell’uomo, fabbricando manufatti in modo da apportare il minor danno possibile all’ambiente”.

Tante le attività culturali promosse, le iniziative per la tutela delle bellezze artistiche, addirittura una Fondazione per promuovere progetti dedicati alla felicità e all’innalzamento dello spirito umano.

Il restauro amorevole e attento del borgo di Solomeo testimonia l’impegno per la comunità e il territorio. La prima sede dell’azienda, nel castello di Solomeo, oggi ospita la Scuola di Alto Artigianato Contemporaneo per le Arti e i Mestieri dove l’attenzione ai giovani accomuna la formazione e l’impresa.

Sostenibilità umana e responsabilità sociale di impresa

Come evidenzia Fabrizio D’Ascenzo, preside della facoltà di Economia, «il suo concetto di benessere è un equilibrio tra anima e corpo; il lavoro non deve monopolizzare la vita delle persone ma lasciare spazio ad altre attività che possano ristorare la mente e l’anima».

La sostenibilità umana di cui parla Cucinelli è strettamente legata al concetto di responsabilità sociale di impresa.

D’Ascenzo ricorda quando Cucinelli fu invitato al G20 per parlare di “Capitalismo umanistico e umana sostenibilità” alla presenza dei leader mondiali e dell’allora principe Carlo d’Inghilterra, oggi re Charles III, di cui è ben nota l’attenzione all’ambiente e l’amore per la natura.

In quella occasione suddivise la sostenibilità umana in 4 branche: del creato (rispetto per l’ambiente), economica (attenzione alle condizioni di chi lavora in azienda), morale (dignità del lavoro e rispetto delle leggi) e culturale (valore dell’ingegno, delle arti, della cultura, dell’uomo).

Il suo progetto della bellezza – parchi dove erano opifici dismessi, alberi e frutteti, prati, un campo da calcio come luogo di svago e di aggregazione per la comunità – culminerà con un’opra visionaria, la Biblioteca Universale.

Brunello Cucinelli, un’azienda con l’anima

Brunello Cucinelli è una grande azienda (circa 110 negozi, più 30 in franchising, con lui lavorano circa 2.500 persone nel mondo, tutta la produzione è interamente italiana) quotata in borsa che fattura 700 milioni di euro ed esporta l’85% della produzione.

Eppure è un’azienda con l’anima, ricorda Alberto Pastore, direttore del dipartimento di Management: «Distribuisce valore a tutti gli stakeholder e genera profitti. Innovazione, creatività, design, stile, artigianalità, qualità delle materie prime, eccellenza dei prodotti sono le parole chiave del brand».

Ma soprattutto «integrare le tre dimensioni della sostenibilità – ambientale, economica e sociale – è l’obiettivo dell’azienda e delinea il business model di un’impresa che crea valore per le persone, la società, l’ambiente e l’economia. Un esempio da imitare, un imprenditore che definisco leader sostenibile».

Il dono della povertà

Cosa c’è dietro il suo grande successo Cucinelli lo spiega chiaramente nella lectio magistralis, pronunciata totalmente a braccio, perché venuta dal cuore. «Ho avuto il dono della povertà, una cosa difficile da accettare per i giovani, ma per me è stata un grande dono della vita. Ho vissuto la prima parte di vita in campagna, in armonia con il Creato».

Una vita pervasa di bellezza perfino lavorando la terra, dove i solchi fatti con l’aratro dovevano essere dritti “perché sono più belli” gli spiegava il padre.

Un padre che ricorda con tenerezza e che gli ha indicato la via da percorrere con pochi, saldi valori. Quando, poco prima che morisse, gli raccontò del titolo che avrebbe ricevuto alla Sapienza il padre lo ammonì “però ricordati di essere una persona perbene”.

Proprio ricordando il padre – che a un certo punto della sua vita andò in città a lavorare in fabbrica e tornava con gli occhi lucidi perché veniva umiliato – «mi sono detto non so cosa farò nella vita, ma la vorrei fare per la dignità economica e morale dell’essere umano, perché questo è il grande tema della vita».

I lavoratori, anime pensanti

Cucinelli esorta ancora oggi a guardare nelle fabbriche – non negli uffici ma nei reparti della produzione – dove le condizioni di lavoro non sono sempre soddisfacenti.

«Siamo stati abituati a far sì che i nostri lavoratori non vedessero il cielo, ma è il cielo la fonte di ispirazione. Se io ti do stima, questa genera responsabilità che a sua volta genera creatività. Vorrei che i nostri lavoratori fossero anime pensanti, guadagnassero qualcosa in più perché i salari delle persone che lavorano nel nostro paese non sono molto alti. Produrre senza recare danno all’umanità, o il meno possibile, è ciò che ho fatto».

«Ho capito che c’è un’intelligenza dello studio e un’intelligenza dell’anima. Ricordatevi che le nostre scuole ancora sostengono l’educazione più che l’istruzione, un essere umano istruito è uno che sa qualcosa, uno educato è aperto al mondo».

Siate aperti al mondo e dedicate tempo all’anima

A questo proposito cita Alessandro Magno che voleva conoscere i confini del mondo ed esorta i giovani ad essere «aperti indipendentemente dalla lingua, dalla religione, abbiate speranza nel futuro, credete nel grande tema della sostenibilità […] ad essere attenti a dove è fatto un prodotto, come è fatto, se abbiamo recato un danno agli esseri umani, al mondo intero, se abbiamo fatto profitti ingiusti.  

Cercate di farvi voler bene, siate affascinati dal creato, scherzate senza mai offendere la dignità dell’uomo, sorridete alla vita, cercate di scoprire il valore della gioia della vita.

Siate gentili ma abbiate il coraggio e nei grandi ideali cercate di essere inflessibili, studiate il giusto e dedicate una parte di tempo all’anima perché se vi manca il tempo per l’anima il vostro essere umano sarà diverso quando sarete grandi».

Un giorno disse al padre che voleva fare i pullover di cachemire, parole che non conosceva, «ma mi ha detto “fai tu, che Dio ti aiuti”. Oggi noi padri e nonni siamo convinti di sapere tutto: vi diciamo chi ti fa la produzione, dove la vendi, chi te la finanzia e voi rimanete un po’ sconsolati.

Quindi non ascoltateci troppo, ascoltateci solo quando vi parliamo dei grandi ideali, della bella famiglia, della bella politica, della spiritualità, della religione».

Invito all’economia circolare

Cucinelli cita Epicuro, «l’essere umano ha due problemi da risolvere: curare il male dell’anima che ci accompagna tutta la vita e utilizzare ciò che la terra ci dà, non consumarla» e lancia una sorta di manifesto dell’economia circolare: «Voi, che sarete i nuovi utilizzatori di ciò che la terra ci dà, non consumatela, cercate di riappropriarvene, di recuperare, di rimiscelare, di ricondizionare perché ne abbiamo bisogno.

Ho scelto il cachemire perché volevo un Made in Italy che si lascia in eredità, il cachemire mica lo butti. Sentitevi custodi pro tempore del creato, responsabili delle bellezze del mondo».

Si sofferma sul valore sociale dell’istruzione ricordando una frase di Adriano – «I libri mi hanno indicato la via della vita, da grande la vita mi ha fatto comprendere il significato dei libri» – e sulla conoscenza come nutrimento dell’anima, «chi edificherà biblioteche avrà costruito granai per le future generazioni».

Lavorare guardando la bellezza

«Einstein disse che al massimo un essere umano può rimanere concentrato sei ore al giorno. Se noi siamo connessi il giusto, la nostra vita può tornare ad essere migliore. Sono convinto che la tecnologia sia un dono del creato ma ci può rubare quell’anima che il creato ci ha dato».

Anche il lavoro, a cui ci si deve dedicare con passione e competenza, deve lasciare il posto alla vita: i suoi lavoratori tornano a casa in un orario utile per godere il tempo da dedicare alla famiglia.

Se mi tratti bene io sto meglio e lavoro meglio, abbiamo bisogno di curare lo spirito. Nei suoi laboratori le ampie vetrate lasciano spaziare lo sguardo sulle bellezze della vallata.

Non a caso Cucinelli è stato paragonato a un grande imprenditore illuminato della storia italiana, Adriano Olivetti. E il suo amore per i giovani riporta alla mente le parole che Steve Jobs, il co-fondatore di Apple, rivolse agli studenti di Stanford nel 2005: «stay hungry, stay foolish». Non perdete la voglia di imparare, abbiate il coraggio di fare scelte audaci e seguite la vostra passione.