Due appuntamenti a piccola e grande scala dedicati alle esigenze delle città contemporanea, allo sviluppo urbano ed all'importanza della valorizzazione dell'esistente e della riqualificazione
(Rinnovabili.it) – Il tema dello sviluppo urbano a “volumetria zero” e delle esigenze delle città contemporanea saranno anche oggi protagoniste durante la quarta giornata del World Urban Forum6, in scena a Napoli dal 1 settembre. Questa mattina si terranno infatti due importanti appuntamenti che porteranno alla luce i principali problemi della pianificazione urbana, partendo dalle evoluzioni legislative della Regione Campania, ospitante l’evento, fino ad arrivare a problematiche di carattere internazionale affrontate in prima persona dall’INU.
Lo stesso Assessore regionale all’urbanistica, Marcello Taglialatela, ha affermato “pianificare lo sviluppo del territorio equivale a recuperare e riqualificare l’esistente, senza aumento di cubature e di volumetrie. Si può fare sviluppo sostenibile recuperando ciò che in questi anni è stato oggetto di degrado”, introducendo le tematiche che questa mattina verranno affrontate durante il convegno a partire dal recente disegno di legge sui Piani Paesaggistici approvato dalla Giunta della Regione Calabria e che sarà nei prossimi giorni all’attenzione dell’Assemblea regionale.
“Pianificare in Campania – ha anticipato l’assessore Taglialatela – equivale a recuperare e riqualificare rinunciando alla realizzazione di nuovi manufatti. Il tema dell’ecoconto e della compensazione ambientale è quello che a nostro giudizio offre maggiori prospettive ed è coerente con il principio della ambientale”.
L’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica, sarà invece impegnato nell’approfondire il tema del “Better Public Spaces for Our Cities”, riaffermando l’importanza dello spazio pubblico come aiuto agli amministratori, urbanisti, organizzazioni della società civile e cittadini di tutto il mondo. Dopo il convegno i partecipanti saranno invitati, una volta tornati nei propri Paesi, a individuare le buone pratiche, specialmente quelle basate su una ampia e significativa partecipazione dei cittadini, per proporle alla Biennale dello spazio pubblico in programma l’anno prossimo a Roma. È questo il metodo dei “laboratori locali” già al lavoro in molte città italiane.