Il primo architetto cinese ad essere insignito del Premio Pritzker, Wang Shu parla attraverso le sue opere di tradizione, sostenibilità del costruito e recupero dei materiali da demolizione.
Protagonista di questa edizione è dunque la sostenibilità dell’architettura, l’importanza delle tradizioni ed il recupero, caratteristiche proprie di tutte le opere dell’architetto cinese, che predilige l’essenzialità dei materiali naturali, del vetro e del calcestruzzo.
Tra le opere più rappresentative sicuramente la biblioteca del Wenzheng College dell’Università di Suzhou, una struttura parzialmente ipogea per ridurre l’impatto sull’ambiente ed ottimizzare il risparmio energetico; lo Xiangshan Campus della China Academy of Art a Huangshou il cui tetto è stato costruito riutilizzando 2 milioni di piastrelle provenienti dalla demolizione di vecchie abitazioni; e il famoso Museo di Arte contemporanea di Ningbo costruito recuperando più di 20 diverse tipologie di mattoni e tegole, provenienti dalle vicine demolizioni.
Un architettura semplice, ma ricca di significati, che rispecchia pienamente il pensiero di Wangh Shu ed il suo forte legame con le tradizioni del suo Paese e l’importanza della preservazione dell’ambiente naturale.
Dopo Eduardo Souto de Moura, vincitore della scorsa edizione, il Premio arriva per la prima volta ad un architetto cinese. “La scelta rappresenta un passo significativo nel riconoscimento che la Cina gioca nello sviluppo delle idee architettoniche”, ha sottolineato Thomas J.Pritzer, presidente della Hyatt Foundation, che sponsorizza il premio e dell’importanza ” e dell’importanza che l’urbanizzazione asiatica rappresenta per questo paese e per il mondo intero”.