Dopo la diffida inascoltata a Deloitte, la RPT si appella al Garante della Privacy e all'Antitrust per richieste “illegittime e vessatorie”
Rischiare di violare la privacy o rischiare di perdere il finanziamento dei lavori?
(Rinnovabili.it) – Non si ferma la battaglia degli operatori delle costruzioni, guidati dalla Rete Professioni tecniche, contro le video asseverazioni per il Superbonus imposte dalla piattaforma Deloitte. Per la società si trattava di un’ulteriore forma di controllo inerente alle pratiche di finanziamento dei bonus edilizi e per l’acquisto dei crediti. Ma la richiesta di produrre un video dei lavori completati, oltre alle normali asseverazioni già richieste dalla norma, aveva scatenato le polemiche dei professionisti, ancora una volta messi nell’occhio del ciclone.
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Tra i primi a muoversi accanto all’Ordine Nazionale degli architetti PPC, anche la RPT, facendosi portavoce del malcontento.
Dopo la diffida deliberatamente ignorata da parte della piattaforma incriminata, la Rete professioni tecniche ha deciso di rivolgersi all’Autorità Antitrust.
Nella diffida RPT sottolineava come le video asseverazioni siano “illegittime e vessatorie, innanzitutto perché non previste da alcuna norma e lesive della dignità del professionista, impegnato in attività che non rientrano tra gli impegni assunti per la redazione delle pratiche, obbligandolo a rendere prestazioni in potenziale contrasto con norme deontologiche di rispetto del segreto professionale, della privacy sua e del committente, dell’impresa, dei lavoratori dipendenti della stessa, esponendolo al rischio di trattare impropriamente informazioni sensibili sui sistemi di sicurezza delle abitazioni, ed altro ancora”.
Segnalando inoltre lo sfruttamento della “posizione dominante sotto il profilo contrattuale” di Deloitte, per imporre ai professionisti un’attività inutile, ma che di fatto incide sull’assegnazione o meno dei crediti edilizi.
Le asseverazioni già valido strumento antifrodi
Per la RPT, pretendere una video asseverazione per il Superbonus è inoltre un inutile spreco di risorse e tempo. La cessione dei crediti impone già ai professionisti l’obbligo di asseverare la congruità dei lavori e delle spese. E l’Agenzia delle Entrate ha confermato che le frodi perpetrante nei casi in cui sia previsto l’obbligo di asseverazione, coprono una percentuale bassissima.
“Il tutto si ridurrebbe al solito inasprimento burocratico, teso a creare ulteriore confusione e ritardi, nonché a complicare le successive cessioni del credito, aggiungendosi a normative intervenute, che stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese e professionisti creando gravi danni a cittadini e condomini, ed allo stesso Paese”, prosegue la RPT.
Un appello al Garante della privacy contro le video asseverazioni
La questione del video si allarga inevitabilmente anche al delicato tema della privacy. La RPT ha inviato in aggiunta un reclamo proprio all’Autorità Garante della Privacy.
“Le video riprese dei cantieri riguardano proprietà private, operai, lavoranti o soggetti terzi la cui immagine o la cui ripresa viene acquisita con modalità che non necessariamente possono consentire l’acquisizione del libero assenso dei diretti interessati, mettendo il committente e il professionista davanti ad un dilemma: rischiare di violare la disciplina della privacy o rischiare di perdere il finanziamento dei lavori”.
La piattaforma Deloitte resta uno dei general contractor più gettonati dalle Banche, basteranno dunque gli appelli dei professionisti a farle fare retromarcia?