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Il nuovo vetro basso emissivo che si adatta alle stagioni

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Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay

Il prototipo di vetro basso emissivo sviluppato dall’Università di Oxford

(Rinnovabili.it) – Arriva dalla Oxford University il rivestimento intelligente che combina il vetro basso emissivo con una micropellicola in materiale a cambiamento di fase, per controllare la quantità di calore senza compromettere la qualità della luce.

Lo studio è stato condotto dal dottor Nathan Youngblood nell’ambito del Wearable and Flexible Technologies Collaboration (WAFT) allo scopo di migliorare significativamente la qualità dei rivestimenti trasparenti delle nostre abitazioni.

Il vetro smart sviluppato dalla ricerca, sfrutta un rivestimento con un materiale a cambiamento di fase attivo a base di calcogenuro, per potersi adattare alla temperatura. Secondo le prime stime il rivestimento permetterebbe di risparmiare dal 20 al 34% di energia consumata rispetto all’impiego di più convenzionali finestre a doppi vetri.

La differenza rispetto ad un normale vetro basso emissivo

Il prototipo elaborato dal team di ricerca si comporta in maniera diversa a seconda delle stagioni e delle esigenze interne. Durante l’inverno, la finestra è in grado di assorbire i raggi infrarossi del sole trasmettendo il calore alla stanza grazie ai riscaldatori elettrici presenti nel substrato del vetro. Nel periodo estivo invece i raggi infrarossi sono riflessi, mantenendo la stanza fresca.

Ma la vera differenza è nella quantità di illuminazione naturale assicurata dalla smart windows.

È importante sottolineare che la luce visibile è trasmessa in modo quasi identico in entrambi gli stati, di conseguenza non si noterà il cambiamento nella finestra”, ha affermato il dottor Youngblood. “Una considerazione estetica ma fondamentale per l’adozione di innovative tecnologie verdi”.

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Le proprietà termiche ed ottiche delle finestre solitamente impiegate nelle costruzioni tradizionali, sono “preimpostate” nel rivestimento del vetro come parte del processo produttivo. Di conseguenza l’utilizzo di un rivestimento maggiormente riflettente si presterà meglio per le condizioni geografiche più caldo, ma allo stesso tempo lascerà passare molta meno illuminazione naturale.

Il vetro sviluppato dalla Oxford University invece è capace di cambiare stato a seconda della maggiore o minore esigenza di calore, ma senza modificare la quantità di luce naturale che filtra all’interno dell’edificio.

Sebbene siano necessarie significative ricerche future prima che questa tecnologia possa essere commercializzata, i risultati mostrano che il prototipo è molto promettente e con ulteriori ricerche potrà ottenere risultati molto positivi”, conclude il professor Harish Bhaskaran a capo del WAFT.

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