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Urban sprawl: nel 2030 città delle dimensioni del Sud Africa

(Rinnovabili.it) – Entro i primi tre decenni di questo secolo lo sviluppo urbano è destinato a triplicare, inghiottendosi una massa diterritorio paragonabile addirittura all’intero Sud Africa: 463.000 miglia quadrate, ovvero 1,2 mln di Km quadrati. A sottolineare uno scenario così catastrofico sono i ricercatori della Yale University e della Boston University, che hanno illustrato attraverso il loro studio, la prima mappatura dell’espansione urbana del nostro Pianeta. “Nei prossimi 18 anni, il mondo sarà testimone di un boom di espansione urbana senza precedenti, ha affermato l’autore dello studio Karen Seto, professore associato in ambiente urbano presso la Yale University.

Non si tratta solo di un fenomeno limitato, ma di un problema che coinvolgerà tutte le città del mondo portandole, se non fermato in tempo, ad un inevitabile collasso nella domanda di materie prime, di risorse energetiche, nella richiesta di infrastrutture per la mobilità e per gli sviluppi residenziali. Si assisterà comunque ad un’espansione non egualmente distribuita tra tutte le nazioni; la percentuale più alta di crescita urbana dovrebbe verificarsi in Asia, dove si assisterà ad un’espansione del 55%, partendio prima di tutto dalle aree limitrofe alla costa est della Cina per passare poi alle grandi metropoli indiane.

Per arrivare a conclusioni di questo tipo, i ricercatori della Yale e della Boston University hanno mappato la Terra secondo una griglia dalla trama di 25 kmq maglia, combinando insieme 5 fattori differenti: le previsioni di crescita urbana secondo le Nazioni Unite, le proiezioni di crescita del PIL per ciascuna area, la mappatura satellitare della NASA delle aree urbane esistenti, le proiezioni demografiche e le stime della densità di popolazione. Secondo lo studio saranno oltre 200 le specie vegetali ed animali che si estingueranno, consumando vegetazione ed innalzando i livelli di carbonio. Tuttavia come sostengono alcuni ricercatori esterni al progetto, lo studio non tiene conto che lo spopolamento delle zone rurali potrebbe portare ad una compensazione dell’habitat naturale lasciato libero a seguito degli spostamenti verso le città.

“Le città di domani non sono ancora state costruite, c’è molto che possiamo fare per modellare ciò che questi luoghi saranno “, ha concluso Seto, sottolineando il cruciale momento storico nel quale ci troviamo.

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