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UnoMattina: le superfici mangia-smog

Cementi, ceramiche, tegole ed asfalti mangia-smog, che sfruttando il processo fotocatalitico catturano gli agenti inquinanti e li trasformano in semplici sali minerali innocui

L’importanza del Sole per la produzione di energia è già ben nota a tutti coloro che a vari livelli, hanno a che fare con le fonti rinnovabili. Ma l’azione solare può essere una valida alleata anche in molti altri campi, arrivando addirittura a contrastare il problema dell’inquinamento innescando una serie di reazioni a catena che, attivate dai raggi solari, permettono di “trasformare” alcune sostanze atmosferiche da fattori di rischio e degrado a componenti innocue. Questo processo è definito fotocatalisi.

E’ questo il tema che ha caratterizzato l’odierno appuntamento di Rinnovabili.it con la trasmissione RAI UnoMattina estate, alla quale ha preso parte come di consueto anche il direttore Mauro Spagnolo. Un argomento di grande attualità e di grande valore, che porta alla luce il drammatico problema dell’inquinamento che affligge le nostre città; inquinamento che sta causando danni alla salute ed alle strutture edilizie innescando una serie di reazioni, come il blocco del traffico, troppo poco efficaci nonostante la loro invadenza. Soluzioni di carattere temporaneo che agiscono per lo più nell’immediato futuro, ripresentandosi ogni volta che i livelli d’allarme salgono più del dovuto. Anche se ancora poco conosciuta, la risposta definitiva al problema è già disponibile sul mercato ed alla portata di tutti, presentandosi in svariate forme e prodotti, destinati principalmente al comparto edilizio e dalle incredibili capacità “mangia-smog”.

Architettura fotocatalitica: dalle tegole alle piastrelle, passando per i cementi

“Se fino ad oggi abbiamo parlato di edifici che auto-producono energia, oggi possiamo parlare di edifici che auto-riducono in modo attivo l’inquinamento” esordisce Mauro Spagnolo, soffermandosi sulle potenzialità delle soluzioni fotocatalitiche che, una volta inserite all’interno del processo produttivo dei materiali, consentono di attivare grazie all’azione della luce naturale un processo ossidativo che trasforma le polveri sottili e le sostanze nocive in semplici sali minerali innocui.

Un fenomeno naturale, quello della fotocatalisi, studiato da innumerevoli organi scientifici ed Università, tra le quali anche il Politecnico di Milano, che grazie all’inserimento di particolari fotoreagenti all’interno dei materiali (come il biossido di titanio) , accelera il processo di ossidazione naturale delle superfici, trasformando agenti inquinanti come gli ossidi di azoto in semplici sali minerali. Le applicazioni delle soluzioni fotocatalitiche nel mondo dell’architettura sono innumerevoli, come illustrato direttamente da Roberto Pocchi, direttore commerciale della ditta Tegola Canadese, società attivamente impegnata in questo campo grazie alla produzione di una gamma di tegole dalle straordinarie caratteristiche mangia-smog.

“Si presentano come le classiche tegole canadesi, ma con un segreto al loro interno” spiega Roberto Pocchi, sottolineando come il reagente a base di biossido di titanio non sia semplicemente spruzzato sopra alla superficie delle tegole, ma sia una parte integrante della struttura interna dell’elemento, permettendo al prodotto di mantenere inalterate nel tempo le sue proprietà fotocatalitiche.

Il servizio in esterna mostrato durante l’odierna puntata di UnoMattina estate, ha permesso di illustrare una ulteriore applicazione in ambito architettonico dei materiali fotocatalitici, come la realizzazione di veri e propri cementi anti-inquinanti. Si tratta della chiesa romana Dives in Misericordia, progettata dall’architetto Richard Meier e costruita utilizzando un particolare tipo di cemento armato prodotto dalla ditta Italcementi, in grado di mantenere pulite le superfici proprio grazie alla presenza del principio attivo fotocatalitico. L’utilizzo di questa soluzione ha permesso di realizzare superfici auto-pulenti che, oltre a preservare nel tempo le caratteristiche estetiche ideate dall’architetto contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria circostante, assorbendo le sostanze nocive e le polveri sottili per trasformarle in sali minerali che, dopo la prima precipitazione, si disciolgono nel terreno senza lasciare traccia.

Le potenzialità per la salvaguardia dell’ambiente, e soprattutto per il miglioramento dell’ambiente urbano nel quale viviamo, sono innumerevoli, non ultimo l’utilizzo delle proprietà fotocatalitiche per la realizzazione di asfalti mangia-smog, di pavimentazioni esterne e di tunnel autostradali.

Ma a beneficiare di questo processo non è solo la qualità dell’aria esterna, bensì anche gli ambienti interni, come sottolineato da Mauro Spagnolo in trasmissione.

“Esistono delle maioliche e dei prodotti ceramici in grado addirittura di ridurre ad un quinto la percentuale di sostanze nocive presenti sulle superfici” prosegue Spagnolo, “prodotti che oltre a ridurre l’inquinamento danno una mano alla salute del cittadino, abbattendo completamente l’apporto batterico”. Come le soluzioni ceramiche prodotte dalla ditta GranitiFiandre che grazie ad una metodologia produttiva che sfrutta le peculiarità della fotocatalisi, realizza piastrelle per pavimenti e rivestimenti capaci di eliminare completamente i principali ceppi batterici presenti sulle superfici e pericolosi per l’uomo, soluzioni fortemente utilizzate in ambienti come gli asili, le scuole o gli ospedali.

Pur offrendo grandi prestazioni a livello ambientale e di miglioramento della qualità dell’aria, l’utilizzo di soluzioni fotocatalitiche nella produzione dei materiali non comporta spese aggiuntive particolarmente significative, equiparando addirittura il costo finale del prodotto a componenti tradizionali.

“Prodotti di questo tipo hanno un valore ambientale straordinario – conclude Spagnolo –  e la loro utilizzazione su vasta scala potrebbe davvero cambiare la qualità ambientale delle nostre città”.