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Un nuovo Piano Casa per risolvere l’emergenza abitativa

Rispolverare il vecchio Piano di social housing “Fanfani” per rilanciare il settore, anche in riferimento al notevole riscontro ottenuto dai progetti presentati a favore del Piano Città

(Rinnovabili.it) – Questa volta le perplessità nei confronti della situazione critica di emergenza abitativa, arrivano dal viceministro alle Infrastrutture, Mario Ciaccia, intervenuto alla Triennale di Milano in occasione del convegno ANCE “Cosa succede in città. Le strategie urbane per la competizione dei territori”.

I programmi di housing sociale, il Piano Casa e lo stesso Piano Città, secondo il viceministro non sarebbero sufficienti a rispondere alle richieste abitative dei cittadini. Per questo motivo, Ciaccia propone un simbolico ritorno al vecchio “Piano Fanfani”, un programma di edilizia popolare degli anni ’50 che mise in previsione la realizzazione di 300 mila alloggi per le famiglie in difficoltà. Seguendo questo modello, la situazione di “emergenza abitativa” come la descrive il viceministro, potrebbe trovare una valida soluzione, ovviamente rivisitata secondo gli strumenti a nostra disposizione oggi. La proposta prevederebbe il coinvolgimento diretto della BEI, della Cassa Depositi e Prestiti nazionale e del mondo delle costruzioni, per acquistare i titoli emessi per il finanziamento dei mutui residenziali.

Il Viceministro ha poi sottolineato il notevole riscontro ottenuto da parte delle Autonomie locali in merito al Piano Città, superando abbondantemente le previsioni con 400 proposte presentate per oltre 1.000-1.500 progetti, corrispondenti ad una richiesta di fondi stimabili per 10-12 mld di euro. Un parco progetti, destinati alla riqualificazione urbana, di notevole valore che potrà beneficiare velocemente di oltre 2 mld di euro e successivamente delle disponibilità del Fondo social housing, gestito da Cassa Depositi e Prestiti, dei fondi del ministero dell’Ambiente per l’efficientamento energetico degli edifici, dei fondi per l’edilizia scolastica, per gli impianti sportivi e dei fondi coesione.