Perché non combinare il turismo con la produzione energetica? E’ la domanda di partenza che si è posto lo studio portoghese On Office nella progettazione di un centro abitativo all’avanguardia per il panorama norvegese, in grado di integrarsi con l’immagine storica del paesaggio nordico senza entrarvi in conflitto e contribuendo al fabbisogno elettrico nazionale. La Norvegia, si sa, possiede tra le migliori condizioni migliori al mondo nell’ambito dello sfruttamento dell’energia eolica offshore; nel 2008 il Norway’s Energy Council pubblicò una relazione che tracciava la strada per far divenire il paese “serbatoio energetico” d’Europa e stimando che dei 40 TWh prodotti da fonti rinnovabili entro il 2020-25 e a cui si avrà accesso nella regione, la metà proverrà proprio dall’off-shore. In questo contesto e si inserisce l’immaginaria ‘Turbine City’, un luogo multifunzionale concepito per il turismo ed integrato nella architettura eolica. On Office approfittando del clima, della geografia, delle risorse e della tecnologia norvegese propone una wind farm composta di 49 aerogeneratori da 8 MW ciascuno, per una potenza complessiva di 392 MW, da realizzare a largo delle coste di Stavanger, cittadina peraltro conosciuta anche come la capitale del petrolio del Nord. Al centro del parco una struttura pentagonale unirebbe particolari turbine progettate appositamente per accogliere alla base un hotel, una spa ed un museo ed in grado di auto sostenersi con parte dell’energia prodotta dall’impianto, mentre la restante sarebbe ‘dirottata’ sulla rete nazionale. Il progetto presenta ovviamente degli ostacoli pratici a partire dal pericolo delle maree o dal rumore e dalle vibrazioni prodotte dagli aerogeneratori ma rimane sicuramente un buono spunto creativo per quel filone progettuale che cerca sempre più di integrare le rinnovabili nella visione del mondo di domani.