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Toyo Ito vincitore del Premio Pritzker 2013

(Rinnovabili.it) – Dopo aver vinto il Leone d’Oro per il Padiglione giapponese alla scorsa Biennale di Architettura di Venezia, l’architetto giapponese Toyo Ito si è aggiudicato anche il “Premio Nobel dell’architettura” il Premio Pritzker.

La consegna della medaglia di bronzo e del premio in denario pari a 100mila dollari, avverrà il prossimo 29 maggio presso la John F. Kennedy Presidential Library and Museum di Boston, un edificio di grande valore a sua volta progettato dal dall’architetto cinese-americano Ieoh Ming Pei, vincitore dello stesso Premio nel 1983.

Il Premio Pritzker è solo l’ultimo di una lunga serie di riconoscimento che hanno visto protagonista l’architetto giapponese nel corso della sua carriera, tra gli ultimi ricordiamo il Praemium Imperiale in Honor of Prince Takamatsu, la Medaglia d’Oro al The Royal Institute of British Architects (RIBA), il già citato Leone d’Oro per Lifetime Achievement all’ 8a Biennale di Venezia.

A quasi 72 anni, Toyo Ito è ancora oggi uno dei pilastri portanti della progettazione contemporanea, simbolo di un’architettura in continua evoluzione, senza mai limitarsi ai risultati raggiunti; un pensiero più volte sottolineato dallo stesso architetto nel rivolgersi ai colleghi progettisti ed espresso anche nelle parole di commento dopo l’assegnazione del premio.

 

“L’architettura è legata a diversi vincoli sociali. Ho progettato le mie architetture tenendo presente che sarebbe stato possibile realizzare spazi più confortevoli solo liberandoci temporaneamente da tutte le restrizioni. Tuttavia ogni volta che un edificio è completato, divento dolorosamente consapevole della mia inadeguatezza, che si trasforma in energia per affrontare la sfida del prossimo progetto. Questo processo continuerà a ripetersi in futuro, per questo motivo non potrò mai definire il mio vero stile architettonico, perchè sarò sempre insoddisfatto del mio lavoro”.

 

Per l’architetto giapponese l’architettura non è uno strumento dell’abitare, ma un luogo in cui incontrarsi dando vita a precise relazioni sociali. Ispirati alla natura i suoi progetti hanno sempre saputo essere innovatori, mettendo in primo piano il benessere ed il comfort degli abitanti.

 

 

ARCHITETTURE FUNZIONALI E SICURE – Moltissimi sono stati i progetti sino ad oggi realizzati dall’architetto Toyo Ito e che hanno saputo rispondere a precise esigenze, introducendo interessanti novità sia progettuali che concettuali. Tra questi non può non essere citato il recente padiglione protagonista della Biennale e rappresentativo del progetto “Home-for-All“, ideato appositamente per rispondere al problema abitativo del post-terremoto del 2011.

Ma il progetto più caro all’architetto individuato quale livello più alto raggiunto nella sua carriera, è l’edificio per la Mediateca di Sendai nella Prefettura di Miyagi, comprensivo di una galleria d’arte, della biblioteca e teatro. L’eccellenza di questo edificio è stata messa a dura prova durante il terribile terremoto che interessò quest’area nel 2011, ma al quale la Mediateca resistette senza alcun cedimento pur essendo sottoposta a sollecitazioni che fecero addirittura ondeggiare i soffitti, come poi venne dimostrato in un video amatoriale di uno dei sopravvissuti al terribile evento.

 

Tra le altre realizzazioni firmate dall’architetto giapponese troviamo il progetto per Tod’s e la Tama Art University Library di Tokyo, il Serpentine Gallery Pavillon di Londra (2002), le Porta Fira Towers di Barcellona (2010), senza dimenticare l’incredibile Stadio realizzato per Taiwan in occasione dei Mondiali di calcio del 2009 costruito con oltre 8.000 pannelli fotovoltaici in copertura che, con pochi minuti di esposizione solare, sono in grado di alimentare tutte le utenze dello stadio.


 

Con il Premio assegnato a Toyo Ito sale a sei il numero degli architetti giapponesi premiati con ilNobel dell’architettura, come Kenzo Tange (1987), Fumihiko Maki (1993), Tadao Ando (1995) e, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa (2010); un premio che in più di trent’anni di attività  ha premiato architetti come Philip Johnson (1979), James Stirling (1981), Hans Hollein (1985), Kenzo Tange (1987), Frank Gehry (1989), Aldo Rossi (1990) e Renzo Piano (1998) fino ai più recenti Jean Nouvel (2008), Peter Zumthor (2009) e Wang Shu (2012).

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