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Il terremoto in Turchia punta i riflettori sulla prevenzione antisimica. CNI: “La prevenzione costa meno”

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Foto di Angelo Giordano da Pixabay

Mentre il terremoto in Turchia registra oltre 11mila vittime, in Italia oggi 12 milioni di edifici risultano ancora a rischio sismico

(Rinnovabili.it) – Il terremoto in Turchia ha riportato l’attenzione sull’importanza dell’edilizia antisismica anche in Italia. Nonostante il nostro Paese sia colpito da 20 terremoti devastanti ogni secolo ed il solo Sisma del 2016 abbia procurato oltre 26 miliardi di danni, il Piano di Prevenzione sismica non ha fatto passi avanti.

A sottolineare l’urgenza della situazione è la Rete Professioni Tecniche, alla quale si affiancano le dichiarazioni di Carlo Doglioni, il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e del presidente Angelo Domenico Perrini del CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri).

Rendere obbligatoria la classificazione sismica oltre a quella energetica

Oggi oltre 12 milioni di edifici in Italia risultano a rischio sismico”, commenta la RPT, nonostante il primo Piano di prevenzione sismica sia stato presentato nel 2012. “Esso è stato successivamente più volte aggiornato, anche per i contributi di numerose altre associazioni ed enti pubblici interessati, e migliorato al fine di mettere in sicurezza il nostro costruito in un periodo medio-lungo, ma purtroppo ad oggi non ha visto una significativa ed efficace attenzione da parte delle istituzioni”.

I bonus edilizi nello specifico il Sismabonus, ha avviato un percorso di messa in sicurezza, ma i tempi brevi, le incertezze normative ed il rischio di interruzione dell’incentivo hanno rallentato i lavori e l’interesse dei cittadini. Il risultato è stata un’adesione pari a solo un decimo del Superbonus 110% “segno che la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio procede con estrema lentezza, anche a causa della mancata semplificazione delle procedure”.

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E’ assolutamente indispensabile che si rendano “strutturali” i bonus edilizi afferma Armando Zambrano, Coordinatore della RPT -, prevedendo tempi sufficienti per un sostanziale adeguamento del patrimonio edilizio della nostra Nazione, con modalità sostenibili, come riportate nelle proposte della RPT, ma che contestualmente si adottino le altre misure previste dal Piano di Prevenzione Sismico elaborato”.

L’imprevedibilità del Terremoto in Turchia ha sollevato le polemiche sull’inefficacia delle misure antisismiche del Paese, ma anche l’Italia con il suo patrimonio tanto bello quanto fragile non si discosta di molto da queste critiche.

Non si comprende perché nelle compravendite di unità immobiliari sia obbligatoria la certificazione energetica, e non si pensi che sia maggiormente necessaria la classificazione sismica”, prosegue la nota della RPT con chiaro riferimento al Fascicolo del fabbricato, uno strumento che permetterebbe di conoscere nel dettaglio la qualità degli edifici, gli interventi di manutenzione, la classificazione sismica delle nostre case.

Doglioni, Ingv “ Obiettivo costruire edifici capaci di resistere allo scuotimento”

Dello stesso parere e preoccupazione è Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), intervistato da ANSA in seguito al terremoto in Turchia e Siria.

Secondo il presidente Ingv “in Italia dovrebbero cambiare le norme tecniche di costruzione”. “Eppure costruire nuove case in grado di resistere a eventi forti potrebbe avere un aumento di costo molto contenuto” rispetto al bilancio economico e di vite che segue un terremoto. Tesi confermata dal Presidente CNI, Angelo Domenico Perrini. “Numerosi rapporti del nostro Centro Studi hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, che i costi economici della prevenzione sono certamente inferiori a quelli delle varie ricostruzioni. Senza contare che la prevenzione consente di salvare migliaia e migliaia di vite umane, risparmiando alle famiglie e al Paese intero insopportabili lutti”.

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